martedì 30 marzo 2010

Monteneo di Bisaccia, elezioni comunali 2010: Di Pietro perde a casa sua, e la destra gongola


Dopo 25 anni di dominio incontrastato di giunte di sinistra a Montenero di Bisaccia si concretizza quello che tutti, o quasi, si aspettavano: la vittoria del centro-destra e del suo candidato sindaco, Nicola Travaglini. Il centro-sinistra è arrivato all’appuntamento elettorale spaccato, lacerato e in preda al consueto raptus masochista che affligge tutta la sinistra italiana: «meglio perdere che vincere insieme a te», con il «te» che varia di volta in volta. Con tali premesse neanche la carismatica figura di Antonio Di Pietro, che faceva da sfondo alla lista guidata dal suo partito, l’Idv, e che candidava alla carica di sindaco la dottoressa Margherita Rosati, ha potuto fare nulla. L’erosione di voti patita alla propria sinistra, a vantaggio della lista guidata da Pino Chiappini, appoggiata da una parte del Pd locale e dagli altri partiti di sinistra, è stata letale. Insieme, sommando i voti avrebbero vinto (Travaglini 2192 voti; Rosati 1832; Chiappini 608), ma il se si sa di chi è il paradiso e dunque lasciamo perdere. Il dato incontrovertibile, già rilevato alle elezioni comunali del 2000, è che il partito guidato da Antonio Di Pietro non ha la forza elettorale per governare da solo il comune adriatico. Sarebbe il momento di farsene una ragione e di iniziare, da subito, a tessere di nuovo la tela delle alleanze, tranne se non si vuole lasciare la guida del comune per 20 anni in mano alla destra.

Il neo-eletto sindaco di centodestra, Nicola Travaglini


La destra? Dimenticavo, a Montenero non c’è nessuna destra.
C’è senz’altro una parte di elettori che tende più da quella parte ma, almeno stando a guardare la composizione della nuova giunta, non si può non notare che ben tre eletti, tra cui il terzo miglior votato, sono degli avanzi della vecchia amministrazione, tra le più invise e criticate della storia montenerese. Se da una parte c’è il pasticcio politico fatto dalle sinistre che, tra eccessi di coerenza e prosopopea intransigente, si è buttata un carro armato sull’alluce, dall’altra possiamo ammirare una splendida natura semi-viva, fatta di ortaggi andati a male e fiori che tentano di sbocciare. Non c’è dubbio che a queste elezioni il fattore determinante è stata la capacità di sintesi e il cinismo della destra, che a buon ragione ha approfittato della senilità dell’Idv, si è turata il naso e ha accettato a braccia aperte sei candidati dell’amministrazione uscente, tanto criticata quanto fondamentale nel portare acqua al mulino, altrimenti fermo, di Travaglini.

Bisognerà ora vedere se ci sarà convergenza di interessi tra la nuova maggioranza, che tra le proprie fila accoglie anche uno dei personaggi peggiori della politica montenerese degli ultimi venti anni, e cioè l’ex sindaco Pinuccio D’ascenzo, uno dei primi, stamattina, a farsi fotografare sorridente con il neo eletto Travaglini. Come dire: il vecchio esce dalla porta, ma immancabilmente rientra dalla finestra. D’ascenzo, dopo due legislature, arrivato con la bava alla bocca al termine del suo mandato non avrebbe potuto chiedere di meglio per poter continuare a contare qualcosa nella politica montenerese, data l’emorragia di consenso patita negli ultimi anni. Ci voleva il colpo di genio (o di culo), arrivato grazie alla consueta litigiosità e irrazionalità della sinistra. Speriamo che Travaglini riesca ad avere le spalle abbastanza larghe da resistere alle pressioni che subirà un po’ da ogni parte, e che riesca a portare una ventata di novità nella vita politica, decrepita, di questo paese. Si, perché accanto a tutte le considerazioni politiche che si possono fare, rimane il fatto, incontrovertibile, che Montenero di Bisaccia è un paesetto, in cui contano le clientele e la dispensazione di favori per arrivare a governare. Questo significa che se oggi, in maniera piuttosto fortuita, la destra è arrivata al potere, tra cinque anni, quando quello stesso potere verrà consolidato attraverso i favori, le clientele e, speriamo, anche il buon governo, sarà molto più difficile per la sinistra, evitando anche gli errori strategici, far accomodare un proprio uomo/donna sulla poltrona di sindaco. In un comune così piccolo amministrare significa anche riprodurre il consenso e i voti. Non sto assolutamente dicendo che questa nuova amministrazione, dove davvero trovo ci siano persone capaci, farà tutto tranne che il bene del paese, anzi. Sto solo facendo una considerazione obiettiva, che i partiti di sinistra dovrebbero iniziare a fare da subito. Montenero, prima di questi 25 anni di governo della sinistra era un paese democristiano, in cui la Dc riproduceva il proprio consenso attraverso il governo del territorio: in maniera giusta, sbagliata, limpida, torbida, non sto giudicando questo. Lo stesso è successo per i partiti di sinistra durante il quarto di secolo in cui hanno amministrato e lo stesso succederà ora che a governare sarà la destra (o quello che è). Perciò, in bocca al lupo alla nuova amministrazione e, per l’opposizione, gambe in spalla e a lavorare. Per farsi trovare pronti tra cinque anni, al prossimo appuntamento elettorale, magari meno intransigenti e spocchiosi di adesso.