sabato 16 giugno 2012

Elezioni greche: lo spauracchio della sinistra radicale e il ricatto tedesco



Oggi in Grecia si vota per la seconda volta in 40 giorni. Quasi un mese e mezzo fà dalle urne venne fuori un parlamento che non riuscì a sintetizzare un nuovo governo.
Mai come in questa occasione le elezioni greche sono state al centro dell'attenzione di tutti i governi dell'eurozona e del mondo in generale. Dipenderà, infatti, dal volere del popolo greco il futuro dell'Europa unita e la stabilità della  moneta unica, almeno è questo che la grande informazione, per lo più organica ai governi, ci sta propinando da qualche settimana a questa parte. Il piccolo paese ellenico è sottoposto ad una pressione incredibile, al limite dell'ingerenza illegittima, da parte dei paesi più importanti d'Europa. C'è il pericolo, concreto, di una vittoria elettorale della sinistra radicale, che per voce del suo leader, Alexis Tsipras, ha già annunciato che non accetterà il piano d'austerity proposto dalla Troika ( Bce, Ue e Fondo monetario internazionale). I tedeschi in primis, con gran parte degli altri governi europei, auspicano una vittoria dei conservatori di Antonis Samaras, che dovrebbe dare più garanzie dal punto di vista del rispetto degli accordi già presi.

Nelle ultime ore la cancelliera tedesca Merkel ha palesemente esortato i greci a votare per Samaras, dicendo che "è molto importante che nelle elezioni di domani (oggi) il risultato sia la formazione di un governo che dica 'Ok, terremo fede agli accordi' ". Il vice cancelliere tedesco Philipp Roesler, invece, ha deliberatamente minacciato i dieci milioni di elettori greci legando inscindibilmente il rispetto dell'austerity alla possibilità di ulteriori aiuti economici al paese. Anche Obama, dall'altra parte dell'Atlantico, ha fatto sentire la sua voce e, manco a dirlo, anche lui auspica una vittoria del fronte conservatore. Per non parlare poi del presidente dell'eurogruppo, Juncker, il più esplicito e catastrofista di tutti, secondo cui "bisogna assolutamente impedire che la Grecia esca dall'Euro", perchè questo "avrebbe un effetto devastante. I greci devono esserne consapevoli", ha detto. "Se vincerà la sinistra radicale... le conseguenze sull'unione monetaria sono imprevedibili". Juncker ha poi ricordato che bisognerà trattare e ascoltare qualunque governo venga fuori dalle urne, ma che "dovrà continuare le misure di austerità concordate e il corso delle riforme. Senza di esse, non ci potrà essere altro denaro". Per Roesler, quello di sopra, "la solidarietà non è a senso unico".


La Grecia arbitro delle sorti dell'economia mondiale, dunque. In pratica stronzate. Innanzitutto chi ci dice che continuare con l'euro sia la strada giusta sono gli stesi che ci hanno portato a questo punto. Sono gli stessi che, con gli strumenti del sistema capitalistico, finanziario e apolitico della Banca Centrale Europea non sono riusciti finora a tirarci fuori dalle secche in cui ci troviamo. Sono gli stessi che hanno delegato tutto il nostro futuro in mano a pochi tecno-burocrati in doppiopetto e che ora piangono (la nostra) miseria. 
Alexis Tsipras
Perchè mai la Grecia dovrebbe sacrificare un numero indeterminato di anni all'austerity. Perchè mai dovrebbe accettare misure così drastiche e inumane. Il paese rischia di cadere in uno stato di povertà e instabilità che, se da un lato può aprire la strada a nuove forme di governo, ad esperimenti interessanti di gestione dell'economia pubblica, dall'altro può far risorgere vecchi spiriti nazionalisti e fascisti mai sopiti. I tedeschi in testa e a ruota tutti gli altri governi forti dell'Europa dei banchieri non hanno minimamente a cuore la sorte del popolo greco, ma solo la stabilità della moneta e del sistema che la gestisce. E allora perchè il popolo greco dovrebbe interessarsi dell'Europa? Perchè non fare come l'Ecuador, che ha tranquillamente detto: "noi non possiamo ripagare, a queste condizioni, il debito che "altri" ci hanno procurato. Faremo quello che possiamo, ma metteremo al primo posto la gente e i suoi bisogni. Lo so, faccio troppe domande, ma come pensano i vari Merkel, Holande, Monti etc. che i greci possano continuare a vivere degnamente con le misure che la Troika gli ha imposto? 

A questo punto un'uscita dall'Euro da parte della Grecia potrebbe essere il male minore, anche per noi. Per cercare una nuova via che, senza ombra di dubbio, non la si potrà trovare senza sconvolgimenti epocali. Senza conseguenze si drammatiche ma anche liberatorie di tutta una serie di proposte alternative represse dalla situazione odierna, retta dal sistema vigente. In poche parole se vogliamo che le cose cambino dobbiamo accettare il fatto che ci sarà da soffrire. E per quelli come noi, che il culo ce l'hanno già per terra, sarà meno difficile che per altri, che invece hanno tutto l'interesse a mantenere le cose così come sono.


Che il popolo greco scelga liberamente il proprio futuro, senza i diktat e i ricatti dei parrucconi europei.