sabato 16 aprile 2011

venerdì 15 aprile 2011

Lo spirito del Mediterraneo non è morto. L'ospitalità deve ancora essere sacra.


Da giorni ormai migliaia di persone provenienti dal nord'Africa, spinti dalla povertà e dal miraggio di un futuro migliore, prendono il mare, su barche che noi non useremmo neanche in uno stagno. Le immagini dei naufragi e dei volti degli immigrati, felici di esseri vivi ma distrutti da un viaggio incredibile mi toccano profondamente. Non so come si possa risolvere il problema di coloro sono già giunti in Italia e che nei prossimi giorni vi giungeranno. Nessuno probabilmente a oggi ha una qualche idea risolutiva. C'è però da dire che a fronte del chiacchiericcio della politica e delle bestialità che si odono in questi gioni, i lampedusani, i volontari e le forze dell'ordine che si trovano nell'isola siciliana ce la stanno mettendo tutta per rendere meno penoso l'approdo degli immigrati.

Volevo però ribadire un concetto fondamentale nella nostra cultura mediterranea; quello dell'ospitalità, che non si deve tradurre per forza in un arrivo in massa di gente disperata, ma che deve comunque rimanere alla base del nostro agire nei confronti di quegli esseri umani, di quei fratelli, di quei naviganti.
Per fare ciò voglio citare un passo di un libro a me molto caro, alla base, prima che della cultura occidentale, del nostro essere mediterranei, italiani, al centro di questo mare culla della nostra civiltà. Il libro è l'odissea di Omero.
Libro quarto; Telemaco, figlio di Ulisse, è partito alla ricerca del padre di cui non ha più notizie e, dopo una tappa a Pilo governata da Nestore, insieme a Pisistrato, figlio di quest'ultimo, si dirige alla volta di Sparta, di cui re è Menalao, il più potente fra i re greci. Arrivati a palazzo e fermati i cavalli gli va incontro Eteoneo, ministro di Menelao e subito si muove per dare l'annuncio dell'arrivo dei due stranieri al suo re, con queste parole: "Due stranieri, divino signore, sono là fuori, che sembrano stirpe di Zeus nell'aspetto. Dì se dobbiamo i cavalli veloci staccare o altrove mandarli da chi voglia ospitarli". Sdegnato rispose l'eroe che bionda ha la chioma: "stolto non eri fin qui, di Boeto figliuolo, Eteoneo; da sciocco ora parli, da bimbo; e si che noi due, prima di giungere in patria, molto cibo mangiammo ospitale presso genti straniere, sperando che Zeus un giorno ci avrebbe tolto di pena. Ora và, sciogli i cavalli, e conduci qui dentro gli estranei al convito"..... Il saluto a loro porgendo il biondo eroe Menelao disse: "ora cibo prendete e allegratevi; quando sazi saremo del pasto sapremo chi siete".
Questo era lo spirito del Mediterraneo, terra di partenze e di approdi, di guerre e di pace ma sempre e comunque luogo di umanità.

giovedì 14 aprile 2011

Vittorio Arrigoni è stato ucciso. Perchè!!!


Sul suo blog, Guerrilla radio, terminava ogni post con una esortazione: "restiamo umani". Per lui che ha sempre lottato per gli ultimi, che è stato una delle poche voci indipendenti dalla striscia durante l'operazione "piombo fuso", che non ha mai lesinato sforzi a favore di una causa che ai più pareva persa, non c'è stata nessuna umanità. Ucciso da un gruppetto di salafiti che chiedevano la liberazione di alcuni loro compagni incarcerati dal governo di Hamas nella striscia di Gaza, con l'accusa di "diffondere i vizi occidentali". I vizi che Vittorio Arrigoni ha sempre diffuso dal 2008, da quando cioè vive a Gaza in Palestina, sono stati quelli della solidarietà, dell'amore e della non violenza. Purtroppo a questo mondo il bene perde sempre. L'ultimo post del suo blog è datato 13 aprile, il giorno prima del sequestro. Non hanno nemmeno aspettato la scadenza dell'ultimatum, bastardi assassini!!!
Con le lacrime agli occhi saluto questo grande, vero uomo, ucciso dalla disumanità di un mondo che ha sempre cercato di cambiare. Addio Vittorio.

lunedì 11 aprile 2011

First orbit. 12 aprile 1961 - 12 aprile 2011, cinquant'anni fa Yuri Gagarin iniziava l'avventura dell'uomo nello spazio. Oggi un film lo ricorda




Sono passati 50 anni da quel 12 aprile del 1961, quando Yuri Gagarin compiva in 108 minuti la prima orbita terrestre a bordo della navicella Vostok 1. Quell'evento, determinante soprattutto per l'impulso che diede al futuro dell'esplorazione spaziale, oggi viene ricordato con svariati eventi in tutto il mondo e anche in rete. In particolare un film, First orbit, ripropone i filmati inediti e affascinanti di quella storica impresa. E' possibile guardare in streaming o scaricare il film da questo sito:


E allora, come disse il cosmonauta russo un attimo prima della partenza, con la semplicità delle parole che rimangono nella storia: "Poehali"!, ovvero "si va"!. E con lui l'intero genere umano.
Sessant'anni prima un altro russo, Konstantin Tslolkovsky, disse: "la terra è la culla dell'umanità, ma nessuno vuole vivere per sempre in una culla"



Altri siti per approfondire l'evento:

Il sito con tutti gli appuntamenti commemorativi organizzati in giro per il mondo:

La mostra organizzata a Parigi:

giovedì 7 aprile 2011

"Roma cadde per colpa dei gay", l'ultima illuminazione del vicepresidente del Cnr


"Roma cadde per colpa dei gay". Indovinate un po' chi ha formulato questa rivoluzionaria tesi storica sul decadimento dell'impero romano. No, non è padre Livio di radio Maria, il prete che ogni giorno dalle frequenze della nota radio cattolica bombarda i suoi ascoltatori di profezie apocalittiche. Il novello Savonarola è nientedimeno che Roberto De Mattei, vicepresidente del Cnr (centro nazionale delle ricerche), il più grande e importante istituto italiano di ricerche scentifiche, quello cioè che dovrebbe garantire al nostro paese una ricerca innovativa e libera da dogmi religiosi. Purtroppo anche questa vicenda aiuta a capire il pessimo stato della ricerca in Italia, e l'anacronistico, nonchè deleterio, modello con cui si assegnano le poltrone più importanti degli enti pubblici. Tutto concorre a creare un profilo il più aderente alla carica che si andrà a ricoprire, tranne il merito e le capacità del candidato.

Storico del cristianesimo, ex consigliere di Fini ora in quota Pdl, De Mattei non è nuovo a queste uscite, diciamo fondamentaliste e oscurantiste, per usare un eufemismo. Infatti già qualche settimana fa illuminò il mondo della scienza con un'altra profezia, definendo lo tsunami abbattutosi sulle coste del Giappone "un castigo divino". In bocca a un prete, o ad un credente qualunque, queste parole potrebbero essere anche accettabili o al massimo, se non si crede, far sorridere. Dette però dal vicepresidente del Cnr è facile capire che probabilmente qualcosa non va. De Mattei, inoltre, ha arricchito la sua teoria sui gay che avrebbero minato l'impero romano, e favorito l'arrivo dei barbari, asserendo che tutto dipese "dall'effeminatezza di pochi a Cartagine, paradiso degli omosessuali, che contagiò i tanti: l'abominevole presenza di pochi invertiti infettò un bel po' di gente". Concludendo poi con un ammonimento su cui dovremmo seriamente ragionare, nel caso dovessimo cambiare sponda o l'abbiamo già fatto: "gli uomini effeminati e gli omosessuali non avranno parte al regno di Dio"(dai almeno gli effeminati si). Mi domando perchè i chierici del Foglio, guidato da padre Giuliano Ferrara, sempre pronti nel loro catechismo quotidiano a metterci in guardia sul pericolo del fondamentalismo islamico, non hanno sottolineato questo lampante esempio di moderno integralismo e millenarismo cristiano. Dunque esiste anche un fondamentalismo cristiano che, per fortuna, ed è questa la grande conquista della nostra società, non ascende a dogma di stato, al contrario di alcune teocrazie islamiche.

In conclusione voglio regalarvi un altro paio di perle di questo profeta che è De Mattei che, ci tengo a ripeterlo, è il vicepresidente del Cnr. Riguardo ai nostri tempi ha così pontificato: "oggi viviamo in un'epoca in cui i peggiori vizi vengono iscritti nelle leggi come diritti umani. Ogni male deve avere il suo castigo, nel tempo o nell'eternità". E poi, criticando l'Europa: "si vuole approvare la pillola abortiva, una barbarie, il testamento biologico e l'istituzione di quella cosa campata in aria che è il reato di omofobia." Chiosando poi con un improperio rivolto al femminismo (lo sentisse una certa Rouge), che avrebbe "aperto la strada all'omesessualismo e all'androginia, all'ermafroditismo. L'Europa è un inesorabile ermafrodito". Ha ragione. Dobbiamo tutti ritornare ad essere dei veri uomini, come lui (guardate un po la foto e ditemi se non è un vero macho).

lunedì 4 aprile 2011

I responsabili del disastro del Golfo del Messico premiati per il loro operato sulla "sicurezza"


Se pensavate che i responsabili del più grave disastro ambientale della storia degli Stati uniti, avvenuto al largo del Golfo del Messico il 20 aprile 2010 e costato la vita a undici persone nonchè a un intero ecosistema, avrebbero ricevuto la giusta punizione, vi sbagliavate di grosso. Al contrario, la Bp è pronta a riavviare le estrazioni e la Transocean (la società che gestisce la piattaforma) si appresta addirtittura a premiare i propri dirigenti. Ma andiamo ai fatti.

Sull'oceano Pacifico galleggiano ancora gran parte degli 800 milioni di litri di petrolio fuoriusciti dalle trivellazioni effettuate dalla piattaforma Deepwater Horizon. I danni provocati dal greggio non sono ancora quantificabili e vedranno soprattutto nei prossimi anni sviluppare il loro potenziale inquinante, in uno degli ecosistemi nord'americani, le paludi della Louisiana, tra i meglio conservati, ricchi di flora e fauna e più fragili del continente. Un paradiso che difficilmente tornerà ad essere quello prima del disastro. Tutto ciò dovrebbe bastare per turbare i sonni dei responsabili e per avviare un serio ripensamento alle modalità e ai luoghi di estrazione dell'oro nero. Così dovrebbe essere se a guidare l'operato delle corporation ci fosse anche una coscenza. Ma sappiamo bene che, nell'impersonale mondo delle grandi società per azioni, tutto quanto non riguarda il lucro è trascurabile. Così stock option, bonus e aumenti di stipendio vanno a gratificare anche coloro dovrebbero rispondere della distruzione di un bene, come l'ambiente, che è proprietà di tutti. E' il caso dell'amministratore delegato della Transocean Ltd, Steve Newman (nella foto), pronto per ricevere un lauto premio di 374.062 dollari che, secondo l'Associated press, si andranno a sommare al salario di base di 850.000 dollari, a vari benefit equivalenti a 622.057 dollari, stock option per un totale di 1,9 milioni e a un certo numero di azioni "differite" (ossia vendibili in una data futura) che al momento del conferimento valevano 2 milioni di dollari. In tutto il bravo Newman riceverà per il suo scempio nel 2010 ben 5,8 milioni di dollari. Sembra incredibile ma è così. Ancora più sorpendente, al limite della beffa, è la motivazione addotta dalla Transocean per giustificare il premio. Secondo un comunicato della società il 2010 è stato "il migliore anno nella storia della compagnia nel campo della sicurezza". Avete capito bene, premiato per l'eccellenza raggiunta sulla sicurezza. Si può solo immaginare quanto avrebbe guadagnato l'am se la piattaforma non fosse saltata in aria. Il comunicato della Transocean continua ammettendo "la tragica perdita di vite umane", ma vantando anche un"livello record esemplare" nella frequenza e gravità degli incidenti occorsi durante l'anno. Il bonus a Newman, e a altri top manager della compagnia, viene inoltre giustificato come il mezzo per riconoscere i loro sforzi tesi a "migliorare in misura significativa la performance della sicurezza della società".

Sul sito web della Transocean, Newman era arrivato a vantarsi del fatto che, nonostante la perdita di 11 dipendenti, sui "126 membri dell'equipaggio della piattaforma ben 115 sono stati salvati". Per quanto riguarda i risarcimenti alle famiglie degli scomparsi, solo tre finora hanno raggiunto un accordo con la società, che ha stanziato un fondo di carità di 130 mila dollari per ogni famiglia. Se pensiamo che ogni dipendente percepiva un salario che andava dai 55 mila ai 125 mila dollari l'anno si capèisce palesemente come il risarcimento sia ben lungi dall'essere adeguato.

Undici persone sono morte e l'80% del greggio fuoriuscito nell'incidente è ancora in mare e, probabilmente, ci rimarrà a lungo se non per sempre. Se anche questo disastro, che ferirà indelebilmente un pianeta già al limite, non è riuscito a portare a nessuna profonda riflessione, a stilare una graduatoria delle priorità, di ciò che è davvero importante per tutti a scapito di poche grandi compagnie, allora le prospettive per il nostro mondo e per il futuro di coloro che verranno sono davvero fosche. Le grandi corporation, come è stato immaginato in alcuni film avveneristici, sono davvero le padrone del pianeta. Decidono dove operare, cosa sfruttare e a scapito di chi. Senza che gli stati si oppongano, anche perchè non ne hanno le capacità.