giovedì 23 febbraio 2012

Rapporto cave 2011 di Legambiente. La disastrosa condizione del nostro territorio


Date un'occhiata a come è ridotto il nostro territorio. Oltre alla cementificazione e all'inquinamento c'è anche il problema delle cave.
In Italia sono attive (dati riguardanti il 2010) 5.736 cave, mentre quelle dismesse sono 13.016. Purtroppo però non esiste un monitoraggio complessivo della situazione in tutte le regioni d'Italia e se aggiungiamo anche i dati di Abruzzo, Calabria e Friuli Venezia Giulia arriviamo a oltre 15mila cave dismesse. La quantità di materiale estratto nel 2010 è di oltre 130 milioni di metri cubi. Le regioni in cui si etraee di più, e che rappresentano da sole il 50 per cento dell'estrazione italiana, sono Lazio, Lombardia e Piemonte. I materiali estratti sono: sabbia e ghiaia 58,9 per cento, calcare 27,5, pietra ornamentale 8, argilla 5,5 e torba 0,1.

La regolamentazione del sistema estrattivo in Italia è per lo più ferma ad un Regio decreto del 1927, che aveva naturalmente un approccio "sviluppista" alla materia, cioè cercava di incentivare le estrazioni. Ma eravamo negli anni venti e molto in Italia doveva ancora essere costruito, perciò si capisce come questa regolamentazione poteva andare bene per l'inizio del secolo scorso ma non oggi che invece abbiamo un disperato bisogno di preservare il nostro territorio. Nel 1977 ad alcune regioni sono stati trasferiti i poteri in materia ma queste non hanno ammodernato i loro regolamenti e l'impostazione generale è rimasta la stessa del Regio Decreto. In alcune regioni, in particolare del centro-nord, esistono dei Piani cava, ma sono alla completa mercè della potente lobby dei cavatori che, rimanendo nella legalità, dispone del territorio a proprio piacere. Ancora peggiore è la situazione in alcune regioni che non hanno un Piano cave: Abruzzo, Molise, Sardegna, Calabria, Basilicata, Campania, Friuli Venezia Giulia e Piemonte. L'assenza di una regolamentazione certa lascia completamente in mano agli amministratori locali le decisioni riguardo l'attività estrattiva, ed è facile capire come di fronte alla capacità economica dei cavatori le amministrazioni locali spesso autorizzano ampliamenti o addirittura nuove cave. E in un territorio antropizzato e disastrato come il nostro questo è stupido, miope e inaccettabile. In pratica si è consegnato e si consegna tuttora nelle mani di un'attività economica non rinnovabile, e che va ad arricchire solo alcuni soggetti senza un cospicuo aumento dei posti di lavoro, una grossa fetta di paesaggio che alla fine dell'attività estrattiva sarà irrimediabilmente danneggiata. Il risultato di questa follia è insomma quello che possiamo ammirare lungo molte strade italiane: colline morsicate, montagne bucate e paesaggi lunari. Tra tutti i tristi primati europei che gli italiani possono vantare ce n'è uno che da solo ci fa capire come a rischio è la possibilità futura di chi vivrà nel nostro paese di avere la stessa qualità della vita che abbiamo avuto noi e ancora di più le generazioni che ci hanno preceduto: l'Italia è il paese con il più alto consumo pro capite di cemento, circa 565 chili per persona, con una media europea ferma a 404. I due paesi in Europa che consumano più cemento sono l'Italia e la Spagna, non a caso quelli con il territorio più deturpato e con la maggior parte di costruzioni inutilizzate. In Italia insomma si costruisce per muovere denaro e non perchè ce ne sia un reale bisogno.

Parlando invece dei guadagni che annualmente l'attività estrattiva assicura ai cavatori, si capisce il perchè questi difficilmente rinunceranno a distruggere il territorio. I ricavi totali annui dell'estrazione italiana si aggirano intorno a 1 miliardo e 105 milioni di euro. A fronte di questa valanga di denaro gli imprenditori pagano alle varie regioni per le concessioni all'incirca 36 milioni di euro. In pratica lo Stato e le regioni regalano territorio a chi vuole reallizare una cava. E' un po' come il discorso dell'imbottigliamento dell'acqua, enormi guadagni privati su beni, come appunto l'acqua e la terra, che invece sono pubblici e dovrebbero essere tutelati. Addirittura ci sono regioni, come la Puglia, dove i cavatori non pagano nulla per la loro attività e nel 2010 hanno guadagnato in tutto la bellezza di 91, 5 milioni euro. Ma anche in regioni dove si paga, ad esempio il Lazio, i costi sono così bassi da essere ridicoli: il rapporto è di 1 a 42, per 200 milioni di ricavi gli imprenditori del buco hanno pagato alla regione solo 4,7 milioni in concessioni.

Gli appetiti come è facile capire sono molti e voraci, ma davvero non possiamo fare niente per fermare questo scempio? Davvero oltre 60 milioni di italiani in futuro dovranno pagare con l'abbassamento della loro qualità di vita l'arrichimento di poche decine di uomini senza scrupoli? Per adesso è così, leggete il rapporto qui sotto e fatevi un'idea. Ci sono molte proposte per migliorare la situazione e adeguarci al resto dell'Europa, prima che sia troppo tardi.


Il pdf qui sotto può essere letto a schermo intero, cliccando sul tasto alla base della cornice, o scaricato cliccando sul tasto download.
Rapporto Cave

L'ombra di Monti sui partiti; questo governo può diventare la tomba della classe dirigente attuale? I sondaggi per la camera


A 100 giorni dall'inizio dell'era Monti che, bisogna ammetterlo, almeno in superficie e per quanto riguarda l'immagine proiettata dal governo sui cittadini ha rappresentato una rottura con la prassi politica degli ultimi 20 anni, la classe dirigente ormai vecchia sembra passarsela piuttosto male. I partiti sono in affanno: lo dimostrano i sondaggi, lo dimostrano i dati di ascolto delle trasmissioni televisive che si occupano di politica, e che ancora oggi da un ventennio ospitano gli stessi politici e più in generale si avverte dal largo consenso che ancora oggi ha il governo Monti , dopo appunto 100 giorni.
La volontà degli elettori, di tutti gli schieramenti, di rottamare l'attuale classe politica va per la maggiore. A questo proposito quello che con più forza chiedono i cittadini, oltre naturalmente al risanamento economico, è la possibilità alle prossime elezioni di poter scegliere direttamente i propri rappresentanti. La reintroduzione della preferenza sarebbe una mannaia sulla testa dei politici, perchè molti, data la situazione economica in cui si è venuto a trovare il paese e le barricate degli ultimi anni, rischierebbero davvero di restare fuori dal gioco.
Senza i partiti che, purtroppo, rappresentano gli elementi principali del sistema democratico moderno sarebbe impossibile governare, ma almeno la gente chiede che questi si rinnovino e facciano finalmente piazza pulita delle ormai preistoriche facce.

Naturalmente se verrà realizzata la riforma elettorale difficilmente conterrà anche l'introduzione della preferenza, perchè il cappone non festeggia il natale e i politici non hanno nessuna voglia di scollarsi dalle loro poltrone. Staremo a vedere, ma nel frattempo con il suo operato Monti sta erodendo giorno dopo giorno quel consenso, o comunque quell'assuefazione, che i partiti avevano tra la gente. Agli elettori piace che questo governo in cento giorni abbia preso provvedimenti che in vent'anni erano stati più volte annunciati ma mai realizzati. Piace la pacatezza e l'efficienza nel comunicare le proprie decisioni e, non ultimo, apprezza la volontà degli attuali governanti di non essere continuamente davanti alle telecamere. Dal canto loro i partiti, se non fosse che sarebbe davvero la tomba della loro credibilità, avrebbero già liquidato Monti, ma non possono e stanno cercando di parare i colpi e evitare di dover raccogliere troppi cocci alla fine della legislatura, fra un anno.

I due partiti maggiori, Pd e Pdl, sono alle prese con problemi diversi ma entrambi stanno assistendo a una repentina perdita di consenso. Con la fine di Berlusconi il Pdl è in preda ad un'astinenza da leadership, e per ora non è ancora stato scelto un nuovo capo. Dopo venti anni in cui l'intero partito per larga parte ha fatto affidamento sulla capacità "dell'uomo della provvidenza" di raccogliere consensi, oggi all'interno del partito si sta assistendo ad una vera e propria diaspora degli elementi più centristi, che andranno a ridare vita a quel grande centro più volte auspicato da Casini.
Per il Pd il problema invece è sempre lo stesso, vale a dire la mancanza di risolutezza e l'incapacità di parlare al paese con una voce comune. Basta vedere quello che sta succedendo all'interno del partito in merito alla proposta di riforma dell'articolo 18, una caciarra.

Al netto delle difficoltà, comunque, questo paese ha davvero bisogno di una nuova classe dirigente, che purtroppo non c'è. Almeno fino a quando il sistema sarà questo.

Questo sondaggio è stato realizzato dalla EMG tra il 16 e 17 febbraio e riguarda le intenzioni di voto alla camera a prescindere dalle coalizioni che si verranno a formare. Tra parentesi ci sono i dati rilevati tra il 9 e 10 febbraio

° Federazione della Sinistra: 2.4% (1.9%)
• I radicali: 0.9% (1.2%)
• I verdi: 0.8% (0.9%)
• Sinistra, Ecologia e Libertà: 7.1% (6.0%)
• Il Partito Socialista: 1.1% (1.1%)
• L’Italia dei Valori: 7.3% (6.5%)
• Il Partito Democratico: 26.4% (27.6%)
• L’Alleanza per l’Italia: 0.6% (0.6%)
• L’UDC: 7.6% (7.9%)
• L’Mpa: 1% (0.9%)
• La Lega Nord: 11.1% (10.4%)
• Il Popolo della Libertà: 22.4% (23.5%)
• La Destra: 1.3% (1.4%)
• Futuro e Libertà: 3.3% (3.7%)
• Grande Sud: 1.1% (0.9%)
• Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo: 4.2% (4.4%)
• SVP: 0.5% (0.4%)
• Pli: 0.5% (0.5%)
• Altri: 0.4% (0.2%)

mercoledì 22 febbraio 2012

Un secolo di cinema. Viaggio nel cinema americano di Martin Scorsese. Documentario completo

Il documentario che vi propongo oggi è dedicato a tutti gli appassionati di cinema che vogliono saperne di più sulla storia della settima arte. Il film di Martin Scorsese, realizzato nel 1995 in occasione del centenario della nascita del cinema, è un lungo e interessantissimo viaggio attraverso il cinema americano. Da vedere soprattutto per capire meglio come si è evoluta e sviluppata l'industria di celluloide, così presente nella nostra vita e nel nostro immaginario ma allo stesso tempo poco conosciuta per ciò che riguarda il dietro le quinte, tranne ovviamente dagli esperti e studiosi del settore.

Buona visione.

Il documentario è già in playlist, basta cliccare play e verrà riprodotto interamente. Purtroppo manca la parte 16, che non sono riuscito a trovare in nessun modo. Pazienza, il film è comunque fruibile e interessante lo stesso



domenica 19 febbraio 2012

Comandante, di Oliver Stone. Lunga intervista del regista americano al Leader Maximo, da più di 50 anni dittatore di Cuba

Il docufilm girato nel 2003 da Oliver Stone intitolato Comandante è una lunga intervista a Fidel Castro, leader della rivoluzione cubana del 1959 e da allora saldamente al potere, al netto dei problemi fisici che lo hanno messo un po' da parte negli ultimi anni. L'intervista è stata comunque girata qualche anno fa, quando Castro era ancora nel pieno delle sue facoltà fisiche e psicologiche.
Nel film Stone tradisce una certa simpatia nei confronti del dittatore cubano, evitando di metterlo alle strette su alcuni argomenti, quali la democrazia e le libertà individuali, ma realizzando lo stesso un'opera molto interessante, che restituisce in larga parte la personalità fiera e determinata di Castro.
Premettendo che sono totalmente contro il regime cubano, consiglio la visione di questo film ai tanti che vogliono sapere qualcosa in più su una delle figure politiche mondiali più importanti del XX secolo.

Buona visione.


Il video è già in playlist, basta cliccare play e le parti verranno riprodotte automaticamente una dopo l'altra, senza interruzioni.


venerdì 17 febbraio 2012

Zeitgeist Addendum. Completo sottotitolato in italiano (sub ita)

Il video è già in playlist. Basta cliccare play e, anche se diviso in parti, verrà riprodotto interamente.

mercoledì 15 febbraio 2012

Sarebbe stato possibile organizzare un'olimpiade in questa città? Mala Roma, da Presa diretta del 5 febbraio 2012.(Per chi ancora non lo avesse visto)

Sarebbe stato possibile organizzare una manifestazione della complessità e dell'importanza di un'olimpiade in questa città, dove non funzionano nemmeno i tombini e in cui anche per rattoppare una strada spariscono decine di migliaia di euro? A voi la risposta dopo la visione dell'inchiesta di Presa diretta del 5/02/2012.

E per favore finiamola con la cazzata berlusconiana che questi programmi, che trattano questi argomenti, danneggiano l'immagine dell'Italia, perchè l'Italia è questa ed è inutile nascondersi dietro ad un dito e fare finta che siamo ancora il belpaese dove tutti vorrebbero vivere. Oggi siamo una cloaca amministrativa, sociale ed economica, punto e basta.

Il video è già in playlist: basta dunque cliccare play e sarà riprodotto interamente, anche se diviso in 8 parti. Maledetta visione a tutti.

Evviva! Roma non si candiderà per le olimpiadi del 2020



Come volevasi dimostrare Roma non avrà le olimpiadi del 2020; in realtà non sarà neanche in corsa per averle.
Mai come questa volta sono d'accordo in pieno con la decisione di Monti. Siamo un paese economicamente in recessione tecnica, ma ancora di più stiamo retrocedendo nel consesso internazionale culturalmente e politicamente. Le olimpiadi, francamente, sarebbero state un banco di prova organizzativo, sotto tutti i punti di vista, troppo oneroso per l'Italia e gli italiani di oggi, così in affanno su tutti i fronti.
Molti considerano la decisione del governo una presa di coscienza troppo autopenalizzante per le capacità della nostra società. Io invece penso che sia stata una scelta saggia, non autolesionista, che ha evitato a noi tutti ulteriori figuracce internazionali, nonchè un ulteriore tracollo economico una volta spenti i riflettori della competizione sportiva. Per informazioni chiedere ai greci, che per Atene 2004 hanno visto sprecate una montagna di risorse che oggi avrebbero fatto comodo alla loro economia in affanno.
Sempre aspettando il giorno in cui le figuracce o gli applausi potremmo prenderceli personalmente e non per interposta persona. Chi vuol capire, capisca!

Ma ve l'immaginate un'olimpiade organizzata da questi due!?



domenica 12 febbraio 2012

In Grecia la gente infuriata scende in strada per urlare la propria rabbia e i media italiani tutti parlano di black bloc (che schifo)


Ci risiamo. Ormai dovremmo esserci abituati all'ignoranza e all'ottusità di gran parte della nostra stampa, se non fosse che incomincio davvero a credere che lo facciano a posta. Per far credere alla maggioranza delle persone che quelli che si oppongono, anche in maniera violenta, alla violenza dello stato sono tutti dei cattivoni lanciasassi? Non lo so.
L'intera Grecia scende in piazza stremata, esautorata della propria autonomia in due parole incazzata nera per gli ennesimi tagli dello stato alle loro vite e i nostri media, guardando le immagini degli scontri, parlano di black bloc arrivati da non si sa dove.
Dovrebbero invece iniziare a pensare che forse non sono tutti terroristi i greci che non hanno più un soldo in tasca e dunque nulla più da perdere, e che forse anche in Italia in molti cominciano a pensarla allo stesso modo.
Chi non ha nulla da perdere non ha nulla da guadagnare nell'abbassare la testa e assistere inerme alla propria vita derubata del futuro; al contrario chi ha perso tutto, ha molto da guadagnare dalla lotta. E forse solo da quella.

Ecco un video che forse si avvicina un po' di più alla realtà di quello che è accaduto ieri sera in Grecia.

venerdì 10 febbraio 2012

Crisi greca: i greci devono rifiutarsi di pagare il debito sovrano dello stato, altrimenti per loro saranno decenni di povertà


In tutta la vicenda della crisi economica greca c'è un aspetto di base da cui non si può prescindere e che, nonostante l'impegno dell'Europa e dell'Fmi a nasconderne la realtà, salta agli occhi palese come uno schiaffo: tutto ciò si è fatto, si sta facendo e si farà per "salvare" la Grecia dal default in realtà è una malcelata manovra per garantire i creditori del paese ellenico.
Il popolo greco in questa partita conta solo per quanto sarà capace di accettare le misure di desertificazione economico-sociale e quanto invece vorrà rifiutarle. Per il resto tutte le istituzioni che ormai da mesi sui media si prodigano in ipocrite intemerate a supporto di quanto i loro piani siano a favore di un "salvataggio" del paese ellenico hanno un solo obiettivo, evitare che i creditori non siano ripagati.
Con questo non voglio dire di aver fatto una scoperta, ma quanti leggendo i giornali o guardando la tv avvertono questo fine come primo e unico? Penso pochi, perchè l'immagine che si vuole dare delle decisioni prese e tutt'altra.

Tutto ciò, semplicemente, apre un'enorme questione, che riguarda in primis l'effettiva utilità dello stato e, più in generale sullo sfondo, la reale efficacia della delega alle decisioni che riguardano il governo della propria vita.

Siamo di fronte ad un passaggio storicamente decisivo, non solo per la Grecia, ma per tutto il mondo occidentale e per il sistema capitalistico dominante.
E' accettabile che un popolo debba compromettere per decenni la propria capacità di vivere degnamente la propria esistenza e abdicare al governo autonomo delle proprie vite, solo perchè esiste un debito di cui la maggior parte dei greci non sa nè come e tantomeno a vantaggio di chi è stato realizzato?
L'obiezione più comune che viene fatta ormai da tempo, quando si pone questa domanda, è che i greci tutti hanno goduto nel periodo in cui hanno vissuto al di sopra delle proprie possibilità, quando il debito pubblico esplodeva.
Ma siamo sicuri che tutto ciò sia vero?

Innanzitutto c'è la questione dei conti truccati, di cui non erano a conoscenza (forse!) le istituzioni europee figuriamoci i cittadini greci. In secondo luogo l'enorme percentuale di spesa in rapporto al Pil greco riguardante l'apparato militare, tutto in funzione di una possibile crisi con il vicino turco.
Terzo l'assenza di equità nella tassazione: in Grecia la progressività delle imposte in base al reddito è tra le meno eque d'Europa.
Poi naturalmente c'è l'utilizzo sconsiderato di denaro pubblico che negli anni è servito per lo più per foraggiare il sistema politico-economico clientelare, un sistema vecchio come il mondo atto a mettere davanti al naso dei cittadini un'ologramma di una carota per nascondere invece il grosso bastone che si trovava alle loro spalle. I greci in tutto ciò hanno avuto si e no un decennio e più di fittizia espansione economica e un altrettanto falso benessere, che si è concretizzato in particolare con un indebitamento repentino e sempre maggiore delle famiglie greche, innalzando la percentuale di debiti privati destinati al consumo e non agli investimenti. In pratica fino a qualche anno fa ai greci hanno fatto credere che tutto era possibile e che la loro ascesa fosse inarrestabile; bastava un pagherò e il gioco era fatto.

Insomma, politiche sconsiderate di uno stato nè più nè meno uguale agli altri che seppur meno virtuoso incarna fino all'estremo l'inadeguatezza e la mancanza di autonomia e libertà di coloro sono sottoposti al suo giogo.
Cosa viene prima, la soddisfazione delle grandi banche e multinazionali o la sopravvivenza degna del popolo?
La mia risposta la conoscete già, qual'è la vostra? Devono i cittadini greci offrire il proprio collo al cappio preparato per loro dai soloni e strozzini dell'Fmi e della Bce, oppure devono ribellarsi e urlare a squarciagola: prima la nostra vita e poi il vostro debito?

Lo stesso è accaduto per il piccolo Ecuador, che si è rifiutato di assistere inerme alla propria crocefissione e ha preso in mano il prorio destino. Figuratevi cosa potrà accadere se nel cuore dell'Europa uno stato si rifiutasse di onorare i propri debiti.
Finchè purtroppo lo stato esisterà bisognerà scegliere il male minore, ma un giorno la gente capirà che sono proprio gli stati, con i loro governi autoreferenziali, corrotti e liberticidi, il male maggiore.
Maledetta democrazia del denaro, basata sullo sfruttamento dei più deboli!!!!!

mercoledì 8 febbraio 2012

Debtocracy; documentario sulla crisi. Il concetto di Debito Detestabile. Guardate e diffondete

Quello che vi propongo oggi è un interessantissimo documentario sulla crisi del debito, di Katerina Kitidi e Aris Hatzistefanou uscito nel 2011. Spiega molto bene le dinamiche che regolano l'accumularsi del debito degli stati e propone delle alternative al mero rientro di quanto si dovrebbe, introducendo un concetto, quello del Debito detestabile, in realtà già utilizzato in passato in alcuni frangenti economici internazionali. Come in Iraq, quando gli Stati Uniti dichiararono, un po' bovinamente e senza davvero pensare alle conseguenze di ciò che stavano dicendo, che il debito iracheno era stato accumulato illegalmente da un dittatore e dalla sua cricca al potere, e che dunque il popolo non aveva nessun obbligo di risarcirlo.
Potete solo immaginare che cosa accadrebbe se questo concetto venisse davvero utilizzato ogni qual volta, come in molti paesi africani e sudamericani ma anche in Grecia dove dei politici insensati hanno condannato il loro popolo ad un futuro da fame, i nuovi governi dichiarassero: prima i bisogni della gente e poi la vostra merda di debito.



Debtocracy International Version di BitsnBytes
Questo è il link del sito web del documentario: http://debtocracy.gr/indexen.html

martedì 7 febbraio 2012

Un NO per Roma 2020: non sostenere la candidatura della capitale ai giochi olimpici del 2020


Premetto che non ho nessuna intenzione di difendere l'onore nazionale, di cui non mi frega niente. L'unico mio interesse e attaccamento va alle persone che nello spazio geografico conosciuto con il nome di Italia ci vivono, alle loro lotte e alle loro miserie. E alla loro dignità di uomini. Più in particolare mi preoccupo della gente che vive nella mia stessa città, Roma. Ed è per questo motivo che lancio un appello a tutti coloro hanno a cuore la propria dignità di uomini e la possibilità di vivere al meglio nella loro città: facciamo in modo che la candidatura di Roma alle olimpiadi del 2020 venga ritirata.
Sarebbe una sciagura per i romani e per tutti gli italiani. Negli ultimi venti anni abbiamo dimostrato in più di un'occasione di non poter sostenere un impegno del genere. Sia dal punto di vista economico che sociale.
Mettiamocelo in testa: NON SIAMO IN GRADO. E non c'è niente di male nell'ammettere i propri limiti. Pensiamo invece a come fare per migliorare la nostra vita, senza cazzate di questo tipo!!!

Avete visto in questi giorni cosa possono fare pochi centimetri di neve, nei mesi addietro i disagi provocati da piogge un po' più abbondanti e immaginate quanti soldi sparirebbero in una società come la nostra, divorata dalla corruzione e dall'opportunismo. Immaginate, romani, cosa potrebbe accadere in un mese mezzo in cui si verrebbe a realizzare un'affluenza straordinaria di persone a causa dei giochi olimpici: l'apocalisse della mobilità.
Evitiamo tutto questo; ma non vi preoccupate, perchè anche se non ci pensate voi Roma non potrà mai vincere i giochi, altrimenti ci sarebbe un concorso mondiale con l'obiettivo della nostra catastrofe.

venerdì 3 febbraio 2012

Roma: obbligo di catene pe'e bighe!!! Mai disposto nella capitale dal 753 a.c.





Come si presentava via Casilina all'altezza di Tor Pignattara alle ore 3:00 del 4 febbraio 2012.
Completamente coperta dalla neve.