giovedì 23 febbraio 2012
L'ombra di Monti sui partiti; questo governo può diventare la tomba della classe dirigente attuale? I sondaggi per la camera
A 100 giorni dall'inizio dell'era Monti che, bisogna ammetterlo, almeno in superficie e per quanto riguarda l'immagine proiettata dal governo sui cittadini ha rappresentato una rottura con la prassi politica degli ultimi 20 anni, la classe dirigente ormai vecchia sembra passarsela piuttosto male. I partiti sono in affanno: lo dimostrano i sondaggi, lo dimostrano i dati di ascolto delle trasmissioni televisive che si occupano di politica, e che ancora oggi da un ventennio ospitano gli stessi politici e più in generale si avverte dal largo consenso che ancora oggi ha il governo Monti , dopo appunto 100 giorni.
La volontà degli elettori, di tutti gli schieramenti, di rottamare l'attuale classe politica va per la maggiore. A questo proposito quello che con più forza chiedono i cittadini, oltre naturalmente al risanamento economico, è la possibilità alle prossime elezioni di poter scegliere direttamente i propri rappresentanti. La reintroduzione della preferenza sarebbe una mannaia sulla testa dei politici, perchè molti, data la situazione economica in cui si è venuto a trovare il paese e le barricate degli ultimi anni, rischierebbero davvero di restare fuori dal gioco.
Senza i partiti che, purtroppo, rappresentano gli elementi principali del sistema democratico moderno sarebbe impossibile governare, ma almeno la gente chiede che questi si rinnovino e facciano finalmente piazza pulita delle ormai preistoriche facce.
Naturalmente se verrà realizzata la riforma elettorale difficilmente conterrà anche l'introduzione della preferenza, perchè il cappone non festeggia il natale e i politici non hanno nessuna voglia di scollarsi dalle loro poltrone. Staremo a vedere, ma nel frattempo con il suo operato Monti sta erodendo giorno dopo giorno quel consenso, o comunque quell'assuefazione, che i partiti avevano tra la gente. Agli elettori piace che questo governo in cento giorni abbia preso provvedimenti che in vent'anni erano stati più volte annunciati ma mai realizzati. Piace la pacatezza e l'efficienza nel comunicare le proprie decisioni e, non ultimo, apprezza la volontà degli attuali governanti di non essere continuamente davanti alle telecamere. Dal canto loro i partiti, se non fosse che sarebbe davvero la tomba della loro credibilità, avrebbero già liquidato Monti, ma non possono e stanno cercando di parare i colpi e evitare di dover raccogliere troppi cocci alla fine della legislatura, fra un anno.
I due partiti maggiori, Pd e Pdl, sono alle prese con problemi diversi ma entrambi stanno assistendo a una repentina perdita di consenso. Con la fine di Berlusconi il Pdl è in preda ad un'astinenza da leadership, e per ora non è ancora stato scelto un nuovo capo. Dopo venti anni in cui l'intero partito per larga parte ha fatto affidamento sulla capacità "dell'uomo della provvidenza" di raccogliere consensi, oggi all'interno del partito si sta assistendo ad una vera e propria diaspora degli elementi più centristi, che andranno a ridare vita a quel grande centro più volte auspicato da Casini.
Per il Pd il problema invece è sempre lo stesso, vale a dire la mancanza di risolutezza e l'incapacità di parlare al paese con una voce comune. Basta vedere quello che sta succedendo all'interno del partito in merito alla proposta di riforma dell'articolo 18, una caciarra.
Al netto delle difficoltà, comunque, questo paese ha davvero bisogno di una nuova classe dirigente, che purtroppo non c'è. Almeno fino a quando il sistema sarà questo.
Questo sondaggio è stato realizzato dalla EMG tra il 16 e 17 febbraio e riguarda le intenzioni di voto alla camera a prescindere dalle coalizioni che si verranno a formare. Tra parentesi ci sono i dati rilevati tra il 9 e 10 febbraio
° Federazione della Sinistra: 2.4% (1.9%)
• I radicali: 0.9% (1.2%)
• I verdi: 0.8% (0.9%)
• Sinistra, Ecologia e Libertà: 7.1% (6.0%)
• Il Partito Socialista: 1.1% (1.1%)
• L’Italia dei Valori: 7.3% (6.5%)
• Il Partito Democratico: 26.4% (27.6%)
• L’Alleanza per l’Italia: 0.6% (0.6%)
• L’UDC: 7.6% (7.9%)
• L’Mpa: 1% (0.9%)
• La Lega Nord: 11.1% (10.4%)
• Il Popolo della Libertà: 22.4% (23.5%)
• La Destra: 1.3% (1.4%)
• Futuro e Libertà: 3.3% (3.7%)
• Grande Sud: 1.1% (0.9%)
• Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo: 4.2% (4.4%)
• SVP: 0.5% (0.4%)
• Pli: 0.5% (0.5%)
• Altri: 0.4% (0.2%)
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