sabato 16 maggio 2009

Niente e tutto

E' difficile pensare in mezzo al casino delle nostre città. Ma provarci è d'obbligo, e soprattutto un'attività necessaria se non si vuole regredire allo stato passivo di chi, soltanto, subisce gli stimoli del circostante. La verità è che nel nostro mondo non è più possibile fuggire la realtà. Essa vi insegue, vi bracca e prima poi vi prende. In particolare se si è scelto di fare un lavoro che della realtà fa la sua materia prima. Come il giornalismo, che di una certa realtà si ciba. Tiziano Terzani diceva: "un fatto diventa storia solo quando qualcuno lo racconta". Ebbene, la nostra storia interiore diventa storia, come succede in molti scrittori e intellettuali, solo nel momento in cui decidiamo di raccontarla, quando la facciamo venire a galla, in mezzo al mare magnum della storia ufficiale. A volte si ha l'esigenza di raccontare non soltanto ciò che si vede con gli occhi, a volte si sente il bisogno di raccontare la storia immateriale dei nostri pensieri, che sono quello che di più vicino c'è alla vera realtà delle cose. Essi si manifestano, prima o poi. Come delle epifanie prendono forma davanti a noi, e la realtà viene riplasmata in base a loro. Non c'è nulla di più vero di ciò che ogni giorno ci informa ma allo stesso tempo rimane nascosto dentro di noi. Nella nostra anima, nei nostri pensieri.

1 commento:

  1. Hey, ma perché non fai "parlare di te" anche sul blog, inserendo gli articoli che pubblichi su "Il Manifesto"?

    Ciao ciao!

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