giovedì 21 gennaio 2010

Alla ricerca di soluzioni_Meeting mondiale dei giovani

dal meeting di Bari, Rossella Anitori


Alla ricerca di soluzioni. Vengono dal Camerun, dall’India, dalla Moldavia, dal Brasile, dalla Cina. Con le loro sciarpe e i foulard, indossano abiti etnici, cappucci di pelliccia e portano con se il germe del cambiamento. Sono giovani attivisti, esperti di politica internazionale, coordinatori di reti nazionali e globali giunti a Bari con un obiettivo comune: unire le forze per dare corso a un futuro migliore. L’anno internazionale dei giovani promosso dall’Onu è partito dall’Italia. In vista del vertice di Città del Messico e del Fifth youth congress di Istanbul, il ministero della Gioventù e la Regione Puglia hanno dato il via al meeting mondiale. «Il futuro non è finito», recita lo slogan della manifestazione. Nei padiglioni all’interno della Fiera del levante, struttura adibita a ospitare l’evento, si discute di sostenibilità, di energia e rifiuti, fame e povertà, di pari opportunità, cittadinanza e democrazia, ma soprattutto di partecipazione. Di come incentivare e garantire il coinvolgimento delle nuove generazioni. Secondo Rocio, che viene dall’Argentina, «spetta ai giovani inserirsi negli spazi decisionali, senza aspettare che siano gli altri a offrire loro le possibilità». Marta, invece, che viene dall’esperienza di un’associazione culturale in provincia di Venezia parla della «fatica» nel coinvolgere i ragazzi, del «disinteresse diffuso» ma anche della «difficoltà nell’individuare percorsi di partecipazione attiva» e assegna quindi un ruolo fondamentale alle istituzioni, «che dovrebbero facilitarla». Yeruti, paraguaiana, lavora per una ong di Washington e lamenta una mancanza di coinvolgimento generale: «I giovani non sono considerati come partner sociali ufficiali – dice -, così che per partecipare ogni volta bisogna combattere. Ma non è giusto, non dovremmo lottare per ottenere il nostro posto, dovrebbero essere la società civile e le generazioni precedenti a offrirci la sedia». Il dibattito prosegue in un crescente afflato, una mano dopo l’altra reclama la parola, il peso delle barriere linguistiche viene meno, ognuno indossa un paio di cuffie e le traduttrici non hanno un attimo di tregua. «Bisogna individuare una strategia di mobilitazione collettiva». Non ha dubbi Rudi, che viene dal Camerun e ha già partecipato al terzo forum mondiale della gioventù nel 1998, «era la prima volta che uscivo dal mio Paese – racconta -, è stata un’esperienza meravigliosa. Tornato a casa ho scritto una relazione su quanto emerso durate il meeting e l’ho consegnata al presidente della Repubblica. Oggi sono consulente per le politiche nazionali giovanili». Il futuro dei giovani è il futuro del Pianeta, ma di certo le nuove generazioni non potranno essere ritenute responsabili di ciò che accadrà se non verrà concessa loro la possibilità di partecipare alla pianificazione del domani. Guglielmo Minervini, assessore alla trasparenza e alla cittadinanza attiva della provincia di Bari, fa una distinzione tra le «politiche per i giovani» e le «politiche con i giovani», sottolineando che solo queste ultime sono in grado di produrre grandi cambiamenti. «Le istituzioni sono condensati che incrostano la concezione del potere - aggiunge -, non più sufficienti, nel mondo in cui viviamo, a risolvere i problemi, c’è bisogno di molta energia, della partecipazione di tutti». Sono in tanti, ognuno con il proprio bagaglio culturale, convinti che integrare le diverse esperienze sia la loro carta vincente. «Solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di cambiare il mondo possono cambiarlo davvero» sosteneva Gandhi, e l’impressione è che qui si stia consumando questo gesto di follia.

Alcuni Link per chi vuole saperne di più:

Clikkate qui per accedere al sito ufficiale dell'incontro



Alcune immagini dal meeting

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