mercoledì 13 gennaio 2010

Perchè Mario Balotelli deve andare via dall'Italia


Nel bene o nel male di Mario Balotelli se ne parla. E se finora la diatriba su questo ragazzo di 19 anni, italiano nero cresciuto nel bresciano, era rimasta confinata al patetico e pedissequo mondo del pallone, ora la sua storia è tracimata nella cronaca sociale e politica del nostro stanco paese. Naturalmente, e come poteva non essere così, la discussione riguarda il colore della sua pelle, l'abominevole dilemma se possono, o meno, esserci italiani neri. Breve digressione: utilizzo l'aggettivo "nero" perchè mi sembra quello più indicato a definire uomini che hanno la pelle di quel colore, e trovo ipocrita e ancora più biancocentrica la definizione "di colore", perchè implica una netta distinzione tra i bianchi e il resto delle possibilità cromatiche umane. Il bianco non è un colore? Va bene. Detto questo passiamo alla penosa vicenda di Mario Balotelli, il più grande talento calcistico italiano degli ultimi anni. In ogni stadio in cui il calciatore dell'Inter mette piede, ogni qual volta tocca palla o lo speaker annuncia il suo nome, si levano dagli spalti ululati spaventosi che sottolineano in modo netto l'avversità del pubblico al colore della sua pigmentazione. I giocatori avversari, conoscendo il focoso carattere del giovane, lo stuzzicano con calcetti, falli e intimidazioni, inducendolo spesso a reazioni che inevitabilmente lo fanno passare dalla parte del torto. Nei dopo partita si sprecano i paternalismi dei vari commentatori televisivi che evidenziano come sarebbe molto meglio che il giovane abbassasse la testa e stesse zitto. E' fuori di dubbio che il ragazzo, a livello caratteriale, per diventare un vero campione deve limare la sua innata tendenza al confronto diretto con queste provocazioni. Ma cercare di mettere in cattiva luce un ragazzo di soli 19 anni, che sulle spalle, a livello simbolico, porta il peso della nuova Italia multietnica è davvero scaoncertante. Balotelli, oltre a essere un patrimonio calcistico italiano, è l'emblema dell'Italia che cambia, che si evolve, che accetta e accoglie nella propria cultura e storia persone di colore diverso da quello tipico nazionale. Purtroppo non è così. La cosa più brutta e disdicevole non è tanto il razzismo, che negli stadi abbonda, quanto l'ignoranza e la riluttanza del pubblico, e più in generale dell'italiano medio, ad accettare l'inevitabile evolversi del tessuto sociale nazionale. Perchè, è un dato di fatto, non tutti i giocatori neri vengono sommersi dagli improperi del pubblico. Balotelli è antipatico, sbruffone, bravo con la palla tra i piedi e fà paura, calcisticamente, ai tifosi avversari che, invece di fischiarlo in quanto, appunto, avversario, sottolinenano immancabilmente il suo essere italiano nero. Perchè mai un ragazzo di 19 anni dovrebbe portare sulle proprie spalle questo fardello? Perchè mai, così bravo, non dovrebbe raccogliere con serenità i frutti del suo talento? E perchè mai, ribadendo ancora una volta il suo carattere difficile, non dovrebbe essergli concesso di maturare e rendesrsi tranquillamente conto che deve cambiare? Probabilmente la pressione su di lui aumenterà sempre di più, attizzata da una stampa sempre pronta a coglierne l'immaturità. A Balotelli io dico: emigra. Lascia questo paese che, purtroppo, e anche il tuo, e vai a giocare in Inghilterra, in Spagna o in qualsiasi altro paese dove potrai guadagnare una montagna di soldi, far vedere quello che vali, e prenderti i tuoi ceffoni quando sbagli. Ma sempre perchè sei uno sbruffone, forte con la palla tra i piedi, e mai perchè sei nero.

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