sabato 23 marzo 2013

I Muratori, di Michele Gandin (1959). Cortometraggio documentario

Un piccolo estratto della puntata di CortoReale del 23/03/2013. I Muratori, di Michele Gandin (1959). Con commento di Marco Bertozzi, storico cinematografico, che cura la trasmissione in onda il sabato alle 17:00 su Raistoria. Di quelli che sono stati proposti in questa puntata, I Muratori mi ha colpito particolarmente per il modo semplice ma profondo con cui il regista illustra, e ci fa sentire, la condizione dei lavoratori edili. E poi anche perchè il lavoro del muratore mi ha sempre affascinato e allo stesso tempo spaventato per la durezza e la fatica che lo contraddistinguono (è stato il mio primo lavoro: un'estate di parecchi anni fa mio padre mi "mandò a fare il manovale" con un suo conoscente che aveva una ditta. Scoprii che quello non poteva essere il mio lavoro ahahaha!!!). La vita lavorativa media di un operaio edile è di gran lunga più breve rispetto ad altri lavori di minor fatica ed esposizione alle intemperie. Per questo sono sempre rimasto affascinato dalla cura e generosità di quei vecchi muratori di paese, che conoscono a menadito l'arte del "Fabbricare" e hanno sempre una soluzione a tutto. Buona visione.


Biografia di Michele Gandin

  Nato a Bagnaia nel 1914, Michele Gandin è stato giornalista, cineasta e fotografo, assistente regista di Vittorio De Sica a partire dal 1941, fino al 1973 impegnato in un’intensa attività di documentarista. Compagno di vita e di ricerca di Annabella Rossi nell’indagine visiva sugli aspetti cerimoniali della tradizione popolare, con attenzione particolare agli ambienti disagiati delle alterità sociali e culturali, come testimoniano le fotografie di realizzate negli anni ’50 e ’60 nel Lazio e nell’Italia meridionale (Gente di Trastevere 1961, Processioni in Sicilia 1965, Terremoto in Sicilia 1968), relative a contesti urbani, infanzia, vita contadina, feste e spettacoli popolari, Gandin affronta con tensione poetica e politica i temi sociali dell’indagine antropologica, denunciando le responsabilità istituzionali del degrado di realtà subalterne, nel ritratto di Guido Aristarco, con "una grande capacità di sdegnarsi".
È il caso del cortometraggio Gli esclusi, girato nell’ospedale psichiatrico di Nocera Inferiore nel 1956, che diventerà strumento di lotta per i movimenti impegnati nella chiusura dei nosocomi, o di Non basta soltanto l’alfabeto (1959), realizzato con l’intervento dell’Unione nazionale per la lotta contro l’analfabetismo, come pure Cristo non si è fermato a Eboli (1952), vincitore del Gran Premio per il miglior film documentario alla IV Mostra internazionale del Film Documentario e del cortometraggio di Venezia col merito di aver evidenziato le profonde contraddizioni del meridione italiano indagando la piaga dell’analfabetismo a Salvia, paese lucano in cui: "l’alfabeto porta l’acqua nelle case e una corriera nella piazza del paese, porta nuovi sogni e nuovi luoghi da attraversare con la fantasia".
Gli intervistati rispondono con le loro voci, senza doppiaggio, e la fotografia si impone come mezzo privilegiato dell’analisi della realtà con inquadrature lunghe e fisse che definiscono nell’assenza del movimento la staticità dei volti, degli sguardi e dei gesti scolpiti in un tempo colpevolmente sottratto dalla storia. Negli stessi luoghi Gandin torna due anni dopo, nel 1954, a girare a Pisticci il cortometraggio Lamento funebre, con la consulenza scientifica di Ernesto De Martino, per l’incompiuta Enciclopedia Cinematografica Conoscere: un’opera con finalità essenzialmente didattiche, destinata alla programmazione nelle sale, in cui ogni voce doveva avere una durata non superiore ai tre minuti, e di nuovo, nel 1954 a Tricarico, a documentare il primo anniversario della morte di Rocco Scotellaro. Michele Gandin muore a Roma nel 1994.

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