martedì 5 marzo 2013

La strategia del 5 Stelle per la formazione del governo: far rosolare i partiti, ritornare alle urne e stravincere. Ma siamo sicuri che andrà così?

Grillo chiude ad ogni ipotesi di governo. Gli sono state proposte le più diverse soluzioni, dall'esecutivo tecnico vincolato ad una piattaforma programmatica prestabilita fino all'alleanza su 4 o 5 punti con il Pd, e il "Beppe Nazionale" ha finora declinato tutte le offerte, rilanciando sull'unica opzione ritenuta accettabile dal suo movimento, cioè un governo monocolore a 5 stelle. Questo tipo di strategia sembra dettata, più che dagli interessi del paese, che si trova in un'impasse gelante e pericolosissima dal punto di vista economico, da una malcelata convinzione che far rosolare i partiti, in particolare il Pd, e magari portarli ad un accordo per un Governissimo porterà senza dubbio alle prossime elezioni il M5S ad avere una maggioranza bulgara. Questa è la convinzione di tanti addetti ai lavori, sia appartenenti ai vecchi partiti e ancor di più degli aderenti al 5 stelle. Ma siamo proprio sicuri che andrà così? No di certo, anzi, c'è una buona probabilità che questa fiducia pro-tempore data da una buona fetta di italiani ai grillini possa svanire in un batter d'occhio. E' solo una sensazione naturalmente, non suffragata da nessun sondaggio scientificamente provato, ma è una sensazione che scaturisce da un ragionamento molto semplice. Innanzitutto c'è da dire che, nonostante la stanchezza e il rigetto dei cittadini per la vecchia politica, quello italiano è un elettorato fondamentalmente di centro-destra e moderato. Nel Dna degli italiani, ahimè, non vi è mai stata la rivoluzione e briciole di cambiamento si sono viste qua e la durante gli ultimi 60 anni portate sulle spalle di minoranze, a volte più consistenti a volte meno, ma sempre minoranze. Nel 25 per cento e passa conseguito dal M5S alle ultime elezioni ci sarà pure un'importante zoccolo duro di elettori completamente convinti della loro scelta, persone che negli ultimi anni si sono astenute dal voto e dalla partecipazione all'attività politica e che con Grillo hanno ritrovato la gioia di concorrere al bene della collettività, e probabilmente questa è anche la componente maggioritaria dell'elettorato a 5 stelle. Ma non bisogna dimenticare che molti italiani che hanno scelto Grillo l'hanno fatto a malincuore, frustrati dall'inadeguatezza e incapacità della classe politica tradizionale e spinti dalla recesione a tentare un voto di cambiamento. Quest'elettorato non sò fino a che punto riuscirà a capire la strategia che Grillo e Casaleggio stanno portando avanti nella sempre più insicura formazione del nuovo governo. Da quello che sento in giro, e va da se che non può essere un campione esaustivo e determinante di tutto l'elettorato italiano, molte persone vedono i niet di Grillo come puro e semplice portare acqua al proprio mulino. Anche se da parte del M5S c'è una strategia precisa di cambiamento radicale della politica italiana, molti scorgono nell'attegiamento di questi giorni una miopia tipica della vecchia politica, e se si dovesse ritornare al voto a stretto giro di posta la mia sensazione è che si possa perdere un'opportunità e che addirittura, grazie alla crisi e ai mezzi di informazione tradizionali che ne ingigantiscono la drammaticità (non che non sia seria e pericolosa), i partiti vengano riconosciuti come uniche forze responsabili e capaci di assicurare una guida al paese. Sarebbe un disastro. Anche con un governissimo. Anche se tutti i sondaggi dicono che quello con il Pdl per il Pd sarebbe un abbraccio mortale che potrebbe portare addirittura all'estinzione del partito leader del centro-sinistra
Quello che è successo in Italia una decina di giorni fà è qualcosa di incredibile, un evento a cui guardano con curiosità, ammirazione e sospetto da tutto il mondo. Molto probabilmente sarebbe stata più gestibile, da parte del M5S, un'affermazione elettorale meno consistente di quella che c'è stata. Il fatto però di voler governare da soli, se non è una strategia considerata consapevolmente irrealizzabile da parte di Grillo, ha quantomeno il sapore della spocchia e dell'aventatezza. Sarebbe un vero peccato se gli italiani non capissero (non perchè stupidi, ma perchè di sensibilità diverse) e si dovesse perdere un'oppurtunità così gigantesca per un vero cambiamento, radicale e modernizzante delle istituzione e delle prassi politiche italiane. Le ipotesi per arrivare ad uno sblocco dello stallo sono tante, alcune come appunto il governissimo Pd Pdl agghiaccianti e totalmente in controtendenza con quello che il paese ha richiesto con il voto. L'errore che Grillo non deve fare è quello di pensare di avere raggiunto un obbiettivo incontrovertibile che nessuno può togliergli, perchè come sono caduti gli altri può cadere anche lui.

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