sabato 14 marzo 2009

Open source: diritti in rete (articolo pubblicato su Notizie Verdi il 12/03/2009)


Flessibile, economico e affidabile: l'Open source è la risposta alle esigenze quotidiane di un mondo sempre più informatizzato। Rispetto ai software commerciali dove è il marketing a definire le caratteristiche del prodotto, il software libero permette agli utenti di deciderne l'evoluzione in base alle diverse necessità। «I vantaggi sono molti - spiega Marco Pantò, presidente della Linux Shell Italia -। L'open source garantisce trasparenza e sicurezza, il prodotto viene costantemente monitorato da una comunità di programmatori liberi e indipendenti। Rispetto al software proprietario, è regolamentato dal copyleft, una licenza che lascia agli utenti i diritti di utilizzo»। Le sue applicazioni sono dunque modellate sulle esigenze segnalate da chi utilizza il programma। Se emergono dei problemi è possibile risolverli velocemente, il codice sorgente (l'insieme delle istruzioni necessarie al funzionamento del software) è aperto e qualsiasi programmatore può intervenire.


L'open source rappresenta inoltre una soluzione economica: nel 2008 lo Stato italiano ha speso 274 milioni di euro in licenze e manutenzione. «Con questo tipo di sistemi i costi si ridurrebbero significativamente - continua Pantò -.Viene meno qualsiasi obbligo di sottoscrivere contratti di assistenza, che il più delle volte sono a esclusivo beneficio del produttore. Le licenze costano molto e non danno nulla in cambio, se per un qualsiasi motivo perdi il file su cui stavi lavorando, non hai diritto ad alcuna tutela». È del 2000 la direttiva della Comunità europea che auspica l’utilizzo dell’open source nell’ambito della pubblica amministrazione. «Il problema è etico - sottolinea Pantò -. Quando un ufficio pubblico mette in rete un documento usando un formato proprietario, presuppone e obbliga il cittadino a possedere una copia ufficiale del programma per leggerlo. Lo Stato dovrebbe invece pubblicare documenti in un formato aperto senza favorire alcun privato, che a conti fatti è sempre lo stesso: Microsoft». Il Centro Nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione (Cnipa), che redige ogni anno un rapporto sullo stato dell'arte in ambito statale, ha più volte segnalato la validità del software libero dando indicazioni sul da farsi. «Il mondo aperto della comunicazione non può rimanere prigioniero di una visione feudale della proprietà» diceva Gilberto Gil e se la condivisione delle conoscenza è alla base dello sviluppo, porte aperte all'open source.


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