domenica 15 marzo 2009

Usa. Obama: via libera ai finanziamenti federali per la ricerca sulle staminali



Barack Obama, neopresidente degli Stati Uniti d'America, ha finalmente iniziato a demolire l'operato del suo predecessore George W. Bush. E la prima picconata è arrivata su uno dei temi più sensibli dal punto di vista etico: le restrizioni ai finanziamenti federali per la ricerca sulle cellule staminali. "L'America guiderà il mondo verso le scoperte che questo tipo di ricerca potrà un giorno offrire": sono state queste le parole scelte da Obama per suggellare la sua decisione. Musica per le orecchie di tutti coloro che, affetti da patologie attualmente incurabili, vedono in questo tipo di ricerca una speranza di guarigione. Invero Bush, con la legge emanata nel 2001, non aveva vietato l'uso delle staminali a scopo di ricerca, ma con la preclusione dei finanziamenti federali aveva difatto bloccato la sperimentazione, che da quel momento aveva potuto contare soltanto sulle limitate risorse dei singoli stati federeali, in particolare la California. Fondamentale è che uno degli stati più all'avanguardia nel campo delle sperimentazioni mediche, e con disponibilità economiche precluse ad altri paesei più piccoli, si faccia portabandiera di questo tipo di studi. Naturalmente bisogna stare ben accorti a non cadere in facili trionfalismi e false speranze di cure per ogni genere di male. Le ricerche sulle staminali sono solo agli inizi e per adesso le percentuali di riuscita sono ancora basse.


La decisione di Obama ha scatenato le polemiche dell'ala cattolica più conservatrice e delle autorità ecclesiastiche: " una triste vittoria della politica sulla scienza e l' etica", ha dichiarato il cardinale di Filadelfia, Justin Rigali, presidente del comitato "Pro Life" dei vescovi Usa. Per la chiesa cattolica gli embrioni sono del tutto equiparati ad un essere umano, con tutto ciò che ne deriva in fatto di diritto alla vita. Al tema delle staminali l' Osservatore Romano ha dedicato un lungo e polemico articolo, in cui si ricorda la posizione presa dalla Conferenza episcopale Usa nell' assemblea plenaria di Orlando in primavera: "Sembra innegabile - avevano scritto i vescovi - che una volta oltrepassata la fondamentale linea morale che ci impedisce di trattare gli esseri umani come meri oggetti di ricerca, non ci sarà più un punto di arresto». L' organo di stampa del Vaticano ribadisce che la ricerca sulle staminali embrionali è "profondamente immorale e superflua, in considerazione dei recenti sviluppi delle ricerche scientifiche".


E' proprio sulla sottile linea di demarcazione che scevera la vita compiuta di un essere umano, dotato di cervello e di un corpo ben riconoscibile, da quella di un embrione, che non ha ancora un cervello e un corpo, che si è combattuta la cruenta battaglia tra sostenitori e avversari della ricerca sulle staminali। Su questo tema la varie parti si sono profuse in un diluvio di demagogia, con il risultato che spesso il merito della questione, la cura dei malati, ha ceduto il passo alle questioni teologiche e di principio, anche e soprattutto in Italia. Nel nostro paese ,qualche anno fa, è stato addirittura indetto un referendum, nel quale i cittadini sono stati chiamati ad esprimere la loro posizione sull'opportunità di intraprendere ricerche sulle staminali. Vinse il fronte del no, guidato direttamente dall'establishment cattolico, alla quale diede voce in sede di dibattito parlamentare, per questioni di mero opportunismo politico, lo schieramento di destra. In particolare la destra radical chic, facente capo al giornale Il Foglio e al suo direttore, Giuliano Ferrara, fece della questione il proprio cavallo di battaglia.



L'intera campagna referendaria sulle staminali in Italia è stata inficiata da una sostanziale disinformazione in merito alla questione. I cittadini sono stati chiamati a scegliere su un argomento di grande contenuto etico, ma che allo stesso tempo esigeva un estrema consapevolezza scientifica, difficilmente proponibile ad un pubblico non avvezzo alla materia. L'informazione prodotta sulla questione, invece, ha eluso l'ambito prettamente scientifico e tecnico, e si è concentrata solo sulla speculazione filosofica ed etica. Ancora oggi sono pochi gli italiani che, se interpellati sul tema, sono in grado di dare una risposta sensata. Su determinate materie, come questa, non può che essere il parlamento l'unico preposto alla scelta. Altrimenti a cosa serve?



In tutto ciò è difficile non sottolineare la grande incoerenza che alberga nella posizione di alcuni dei più ferventi "paladini della vita". Come appunto il governo attualmente in carica, che sul caso Englaro ha dato prova di un enorme distacco da quello che viene chiamato "senso delle istituzioni", o come l'ideologo del partito contro l'aborto, Giuliano Ferrara. Questi grandi umanisti e difensori del genere umano si sentono toccati, scioccati dalla morte di migliaia di embrioni per i quali darebbero la vita, ma ne ora ne in passato si sono fatti scrupoli ad appoggiare guerre e invasioni. Certo, nel nome dell'occidente e contro quei satanassi di musulmani, ma nelle quali sono morte centinaia di migliaia di persone. Una domanda: sono vite anche quelle, o devo dire "erano" vite anche quelle? Chissà cosa dice la loro grande cultura umanistica in proposito. Attendo con ansia che qualcuno mi dia una risposta. C'è qualcosa che non mi è chiaro.

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