lunedì 23 marzo 2009

Pdl: la tomba di Berlusconi?



Alla fine sembra che il matrimonio si farà. Anzi è cosa certa, sono già stati spediti gli inviti e gli sposi hanno scelto insieme la bomboniera: un nuovo -?- soggetto politico. Gianfranco Fini, padre, fondatore e deus ex machina di Alleanaza Nazionale ha deciso di far confluire il proprio partito nel Pdl, nuovo (ma non tanto) aggregato politico/elettorale di centrodestra. Al congresso di Fiuggi del 1995, quando l'Msi abbandonò la definizione di partito post-fascista, Fini disse in tono solenne e velatamente religioso che il suo partito stava "abbandonando la casa del padre, per non farvi più ritorno". A quel tempo qualcuno (Francesco Storace), in modo sarcastico e sferzante, disse anche che si stava "abbandonando la casa del padre, per andare nella villa del padrone". Quel padrone era ed è Silvio Berlusconi. E l'uomo di Arcore, che ormai da quindici anni è l'uomo politico italiano più amato, odiato, sbeffeggiato e votato, è il reale proprietario del futuro Partito delle Libertà. La svolta di Fiuggi, che ha portato Alleanza Nazionale e in particolare Fini a indossare l'abito repubblicano tout court, non è mai stata digerita fino in fondo dalla base del partito che, nonostante la direzione democratico-liberale indicata dal leader, ha sempre mantenuto una forte connotazione identitaria di "destra", più o meno riconducibile al vecchio Msi. Sarà interessante vedere come questa ennesima edulcorazione verrà assorbita dalla pancia del partito. In particolare sarà indice di possibili frizioni il comportamento dei quadri dirigenti che, volenti o nolenti, per accaparrarsi le posizioni migliori si dovranno confrontare con la concorrenza dei berluscones.





Insomma, dopo la "proposta del predellino" (quando Berlusconi al termine di un comizio, dal predellino di una Mercedes blindata, lanciò la proposta di costituire il nuovo partito) ,che fece letteralmente incazzare i "colonnelli", la diluizione di An nel Pdl sembra cosa fatta. Ma qui entra in gioco, o meglio inizia il gioco di Gianfranco Fini. Da anni ormai impegnato a costruirsi un immagine di rispettabilità democratica, Fini è palesemente alla caccia dell'eredità politica (la poltrona di presidente del consiglio) di Berlusconi. Quello del partito unico era l'ultimo tassello che mancava al suo progetto. Da questo momento chi voterà l'uomo di Arcore, esprimerà implicitamente anche una preferenza per lui. Da leader di An non avrebbe mai potuto sperare di assurgere al ruolo di prima punta dello schieramento di centrodestra, ora, con Berlusconi che punta alla presidenza della repubblica, per lui si aprono spiragli inimmaginabili fino a qualche tempo fa. Il problema potrebbe essere rappresentato dal fatto che l'idea di Berlusconi capo dello stato non va giù a gran parte della sinistra, e per essere eletto presidente della repubblica necessita di un ampia convergenza, anche dell'opposizione. Dunque se questo, il piano A, non si dovesse realizzare, e il Berlusca rimanesse ancora in circolazione come possibile premier, Fini ha già in mente il piano B Fino ad ora Forza Italia non è stato un vero partito, di quelli che siamo abituati a conoscere. Non ha mai fatto un congresso per definire la base programmatica, non è mai stato animato, al proprio interno, da un acceso dibattito politico. Berlusconi si è sempre comportato come un padre padrone è a sempre fatto autonomamente le sue scelte. L'intento di Fini è quello di portare Berlusconi a scontrarsi su idee e programmi, a intraprendere un dibattito per definire la piattaforma politica e a concertare le decisioni; in sostanza ridurre "l'unto del signore" al pari di tutti gli altri leader di centrodestra, in un vero partito, fatto di veri congressi. Questo sarebbe letale per uno come Berlusconi che, abituato ad essere il centro del suo mondo, perderebbe la sua aurea taumaturgica. E per uno che si sente un Dio, non potrebbe esserci cosa più letale che scoprirsi uomo (e neanche dei migliori).


Non preoccupatevi però, la vecchia volpe avrà già pensato a tutto questo e pianificato le dovute contromisure. Molto probabilmente a fare una brutta fine e ad abbassarsi al ruolo di comprimario sarà Fini. Purtroppo per lui (per le sue aspirazioni) e per noi, prima di vedere un altro uomo a capo del centrodestra (e a capo del governo) passerà ancora del tempo, e la cosa che più mi fa raccappriccio e mi rende sconsolato, è che dovremo aspettare la morte fisica, e non politica del cavaliere, prima di liberarci di lui.

1 commento:

  1. Buon post, a grandi linee lo condivido. La cosa su cui non sono d'accordo è il preferire sempre e comunque chiunque a Berlusconi. Lo so che a sinistra è visto come il diavolo in persona e ciò vi impedisce di guardarlo con distacco ma credimi che è Fini è anni-luce peggio: in termini di indipendenza, capacità e coraggio. La stessa differenza che passa tra un signore e il suo servo.
    Da esterno a certe logiche ti dico: ben venga il Pdl, non sia mai che si muova qualcosa...

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