giovedì 30 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo: ultimo report della sequenza sismica. Si abbassa l'intensità delle scosse, ma la terra continua a tremare

Aggiungere due ore all'orario indicato per ottenere l'ora italiana. Il report adotta il sistema universale di misurazione del tempo, fonte: Ingv.


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L'antispettacolo delle semifinali di Champions


La due giorni di champions, come era prevedibile, non ha emesso nessun verdetto finale. Le quattro squadre che si sono affrontate, Chelsea, Arsenal, Barcellona e il Manchester detentore della coppa, sono ancora tutte ancora pienamente in corsa per la finale. Un dato inequivocabile però lo possiamo rilevare: il tanto atteso spettacolo e la valanga di gol non si sono visti. Una sola rete in due partite, quella dello United all'Arsenal, e il match tra Barca e Chelsea, sopporifero, finito a reti inviolate. Dunque, che ne è stato del calcio champagne delle inglesi? Di quei team tanto invidiati da noi italiani, così affascinati dall'esotico? In realtà, tolto il Manchester che è di un altro pianeta, le altre squadre sin dai primi turni non hanno offerto un grande spettacolo. Anzi, il gioco espresso nelle ultime due partite da Arsenal e Chelsea è sembrato molto simile al vecchio caro gioco all'italiana. Fatto di molta solidità in difesa e di ripartenze ben organizzate per colpire gli avversari quando meno se lo aspettano. Di certo non possiamo imputare ai blaugrana spagnoli se nella partita coi Blues non hanno offerto il consueto show. Il Barca è una squadra che finora ha fatto godere tutti gli amanti del bel calcio, e nelle parole del suo allenatore, "Pep" Guardiola che nel dopogara ha detto: "noi giochiamo per la gente non siamo capaci di difenderci e basta" c'è il segreto della loro alchimia calcistica. Lo stesso non si può dire dello spirito con la quale Hiddink ha schierato il Chelsea al camp Nou: un catenaccio senza pudore, con una sola occasione creata, per giunta nata da una leggerezza difensiva degli spagnoli. A guardare la partità sembrava davvero essere tornati ai tempi in cui un pareggio fuori casa era considerato alla stregua di una vittoria. Qualcuno obbietterà: si ma le inglesi vincono e sono tre su quattro nelle semifinali. Ok, ma anche le italiane 3 o 4 anni fa facevano lo stesso. E il Milan oltre a vincere giocava anche un calcio spettacolare. Sui giornali o nei programmi sportivi, si affrontano intrigate discussioni sul perchè il nostro calcio non è all'altezza di quello inglese, sul fatto che in Italia ci sono troppe pressioni, meno soldi, i tifosi sono tutti una massa di ignoranti violenti e i nostri allenatori sono rimasti all'età della pietra. Ma di che stiamo parlando? Come le italiane in passato, le formazioni inglesi hanno aperto un ciclo e attualmente, oltre ad attirare i migliori calciatori, la premier leaugue è più disposta a spendere denaro che le nostre big non hanno, aiutata anche dall'immissione di ingenti capitali stranieri. Le società italiane ancora non aprono i loro consigli d'amministrazione a sceicchi, russi o americani. E meno male. I presidenti delle nostre squadre di calcio, oltre a mirare ai ricavi, sono spesso i primi tifosi delle squadre. Per anni, decenni il nostro è stato il campionato più ricco e bello del mondo. Ora è il più difficile. L'esasperazione tattica, che vede spesso le grandi squadre ingabbiate da formazioni di rango inferiore, non giova allo spettacolo. Ma non stracciamoci le vesti per un paio d'anni andati male. Già dall'anno prossimo, ne sono sicuro, Milan, Inter e Juventus daranno filo da torcere a tutte le altre squadre che parteciperanno alla champions. Un pronostico: la prossima coppa dei campioni sarà italiana.

martedì 28 aprile 2009

"Slow foot", il blog che parla (lentamente) di calcio.


Per rimanere in tema, per così dire, pallonaro, dopo la storia di Astutillo Malgioglio vi propongo un blog molto interessante che parla di calcio in maniera diversa. Si chiama "Slow foot" ( http://gigigaranzini.blog.ilsole24ore.com/), ed è scritto da Gigi Garanzini, un cronista sportivo vecchio stampo che conduce anche una trasmissione, anche questa molto gradevole, in onda tutti i giorni alle 14:00 su Radio24: "a tempo di sport". Sia il blog che il programma radiofonico sono dedicati a tutti coloro che non si vergognano di amare il calcio a tal punto, da farlo diventare tema di ardite e argute discussioni. Il motto del blog è fantastico: Ci giochiamo la vita di tutti i giorni all'insegna di un pressing sempre più estremo. Nel tempo libero dedicato al calcio sforziamoci di far girar palla più lentamente. Infatti dal blog sono banditi tutti gli agitatori da curva, gli amanti della polemica incentrata sulla moviola e in generale tutti coloro che vedono il calcio come terreno di scontro. Parlare di calcio è bello: affrontare discussioni su argomenti tecnici, commentare un bel gesto atletico, un bel gol, emezionarsi per una discesa sulla fascia da slalom gigante e infine riportare, in un mondo che non nè ha più, un pò di quel fascino che rese epiche tante partite, e leggendari tanti calciatori.



Astutillo Malgioglio:l'eterno secondo che aiutava gli ultimi

Qualcuno ricorda chi fosse Astutillo Malgioglio? Penso pochi. Per me, sin da piccolo grande appassionato di calcio, la faccia di Malgioglio, di professione portiere, è una delle cose che ricordo di più degli anni in cui l'Inter di Giovanni Trapattoni vinceva il campionato e stracciava ogni record. In quella fantastica stagione, 88/89, il portierone nerazzurro rispondeva al nome di "uomo ragno" Zenga e artefici del memorabile scudetto dei record furono campioni del calibro di Lothar Matthaus. Adreas Brehme, Ramon Diaz, Nicola Berti e tanti altri. Ma se qualcuno mi fa tornare in mente quel periodo, e quel campionato, la prima cosa a cui penso è la figurina panini con la foto di Astutillo Malgioglio. E questo nonostante, causa la grande continuità di Zenga, dal 1986 al 1991 egli avesse collezzionato solo 12 presenze. In pratica una figura fissa della panchina nerazzurra. Oltre alla carriera agonistica di Malgioglio si ricorda il grande impegno a favore dei portatori di handicap, impegno che andò avanti anche dopo il suo ritiro da calciatore. Proprio a questa sua sensibilità è legata una curiosa vicenda che avvenne quando Malgioglio, nella stagione 85/86 da primo portierte, difendeva i pali della Lazio. Al termine di una partita di campionato, che vide la Lazio perdere in casa 4-3 con il Vicenza, i tifosi inscenaro una veemente contestazione diretta a tutta la squadra e in particolare al loro estremo difensore, reo di essere stato poco convincente in occasione di due gol. Sotto una pioggia di fischi e imprecazioni Malgioglio si tolse la divisa della squadra, la gettò per terra e ci sputò sopra. Molti anni dopo il portiere giustificò questo suo gesto sostenendo di essere stato bersaglio di uno striscione molto offensivo, sul quale campeggiava la sritta: "tornate dai tuoi mostri", dove per mostri s'intendevano i portatori di handicap a cui Malgioglio si dedicava. La vicenda non fu mai chiarita, anche perchè non si trovò mai lo striscione, ma bastò per mettere in serio pericolo il prosecuio della carriera del futuro secondo di Zenga. Quando tutto sembrava irrimediabilmente perduto, e la Lazio lo aveva già messo fuori rosa, Malgioglio fu contattato da Giovanni Trapattoni che gli offrì un posto all'Inter, un posto che naturalmente non poteva essere rifiutato.

Niente vittime ma molto panico a Città del Messico per un terremoto di 5,6 gradi della scala Richter

Il destino sembra essersi accanito sul Messico e sulla sua Capitale. Oltre alla febbre suina che ha svuotato le strade della più grande megalopoli del mondo, ieri a gettare benzina sul fuoco del panico ci ha pensato la terra, con un forte terremoto. Il sisma, di 5,6 gradi della scala Richter, non ha provocato vittime. L'epicentro è stato registrato nella zona di Guerrero ma la scossa è stata avertita in una vasta zona intorno a Mexico City: Puebla, Morelos, Oaxaca, Chiapas. Scene d'isteria collettiva si sono avute solo nella capitale, già provata dall'emergenza epidemia.

Ecco il report della Usgs:

Magnitude5.6
Date-Time
Location17.069°N, 99.386°W
Depth35 km (21.7 miles) set by location program
RegionGUERRERO, MEXICO
Distances55 km (35 miles) SSE of Chilpancingo, Guerrero, Mexico
60 km (40 miles) ENE of Acapulco, Guerrero, Mexico
140 km (90 miles) S of Iguala, Guerrero, Mexico
260 km (160 miles) S of MEXICO CITY, D.F., Mexico
Location Uncertaintyhorizontal +/- 4 km (2.5 miles); depth fixed by location program
ParametersNST=263, Nph=263, Dmin=>999 km, Rmss=0.9 sec, Gp= 86°,
M-type=teleseismic moment magnitude (Mw), Version=Q
Source
  • USGS NEIC (WDCS-D)





lunedì 27 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo: a Coppito demolita parte del castello. A causa del sisma aveva subito ingenti danni.

Il castello di Coppito, intorno al quale si è formato il primo nucleo cittadino, è stato in parte demolito. A causa del terremoto la strutture aveva riportato ingenti danni e era ormai pericolante. Per questo i vigili del fuoco hanno deciso, con l'ausilio degli artificieri, di abbattere il solaio, usando una carica di esplosivo.

Qui di seguito la sequenza fotografica dell'intervento dei Vigili del fuoco:









Terremoto in Abruzzo: ore 16:05, ultimo report della sequenza sismica. Fonte: Ingv

Aggiungere due ore all'orario indicato per ottenere l'ora italiana. Il report adotta il sistema universale di misurazione del tempo (Utc).


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American Casino: presentato al Tribeca Film Festival il primo documentario sulla crisi


La grande abbuffata di Wall Street, che ha gettato il mondo in una crisi economica "storica", da oggi è affrontata e analizzata in un documentario prodotto negli Stati Uniti. Presentato ieri al Tribeca Film Festival, American Casino è stato realizzato da Andrew e Leslie Cockburn, due coniugi, tra i più importanti e influenti giornalisti della capitale americana. Il film si avvale delle testimonianze di molti operatori finanziari che hanno partecipato alla "bisca" di Wall Street, tra cui un executive di Bear Stearns che appare sempre nell'oscurità e, dall'interno, aiuta a delineare i contorni di un mondo basato su avidità, ricerca di potere e perdita di valori. Comunque il colpevole numero uno individuato dagli autori è la Federal Reserve e il suo ex "gran capo", Alan Greenspan. "I controlli sono mancati. Gli avvertimenti sulla fragilità del settore immobiliare erano chiarissimi, persino fra gli stessi consiglieri della Fed. Greenspan ha voluto ignorarli", dice al sole24ore Leslie Cockburn, la regista del film. Dunque finalmente un'analisi seria e approfondita della crisi economica che ha messo in ginocchio numerose nazioni, le quali cause scatenanti, per la maggior parte delle personi comuni, rimangono ancora piuttosto recondite.

domenica 26 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo: per i soccorritori pericolo polveri sprigionate dai crolli. Nelle costruzioni presente anche amianto

Tutti abbiamo ancora davanti agli occhi le macerie delle Twin Towers, abbattute l'11 settembre 2001. Di quella vicenda, di quell'evento spartiacque molte cose non si sanno, o almeno se ne sà poco. Un dato drammatico, che le autorità statunitensi tendono ad ammantare, è quello relativo ai soccorritori ammalatisi sulle macerie ancora fumanti del Wtc, dopo aver respirato i contaminanti sprigionati dai crolli delle torri. Nella sola Manhattan se ne contano, a oggi, circa 180.000 . La polverizzazione degli edifici, dovuta alle esplosioni, sprigionò nell'aria di New York una serie di micropolveri altamente nocive per l'organismo umano. Gli "eroi di Gronund Zero" non furono avvertiti dalle autorità del pericolo, nonostante molti studiosi avessero messo in guardia coloro che gestivano i soccorsi, spingendo per l'adozione di maschere speciali e guanti. Le malattie prodotte dall'aspirazione e dall'ingestione dei contaminanti furono, oltre al cancro, ictus, malattie cardiovascolari, infarto e tromboembolia polmonare. Oggi quegli eroi sono quasi tutti dimenticati, e molti non ricevono dallo stato nemmeno l'assistenza sanitaria, con la beffa che molte assicurazioni si sono rifiutate di pagare le cure. La situazione venutasi a creare a L'Aquila e nei paesi colpiti dal terremoto può risultare analoga, ma meno grave di quella dell'11 settembre. A L'Aquila non ci sono state esplosioni che hanno polverizzato gli edifici, dunque le polveri sprigionatesi nell'aria sono più grossolane e possono essere contrastate più facilmente con l'ausilio di normali maschere respiratorie. Il pericolo è rappresentato in particolare dall'amianto, che in Italia, nonostante sia vietato dalla legge, è ancora presente in molti edifici. L'altro elemento di preoccupazione riguarda la presenza di ceneri di rifiuti nel cemento utilizzato per costruire gli edifici. Molti cementifici, infatti, usano i rifiuti per innalzare le temperature degli impianti di produzione del cemento. Anche all'Aquila all'indomani del terremoto, a opera del nanopatologo Stefano Montanari, è stato lanciato l'allarme polveri, ed è stato suggerito di adottare adeguate attrezzature per scongiurare i pericoli di avvelenamento. Tanto più che questi residui, oltre che a essere inspirati, possono posarsi sui prodotti agricoli, e dunque essere ingeriti indirettamente. A ora, purtroppo, non si è adottata nessuna misura di sicurezza. I soccorritori sono tranquillamente a lavoro senza maschere e guanti, e per di più si stanno, tramite appositi macchinari, polverizzando i calcinacci raccolti nei luoghi del disastro, liberando nell'aria, in forma più sottile, le polveri cancerogene. Bisogna fare in modo che tanti ignari soccorritori, spinti solo dal desiderio di aiutare, non si ritrovino un domani a fare i conti con l'ennesimo caso d'inefficienza e, bisogna dirlo, d'inettitudine delle nostre istituzioni. Se in America hanno avuto questo problema perchè noi facciamo lo stesso?

Terremoto in Abruzzo: nessuno ne parla, ma ci sono ancora circa 50 dispersi. Ma che fine hanno fatto?

Il numero delle vittime del terremoto, accertate, sono state 297. Si sanno quanti sono i feriti, quanti gli sfollati, e si hanno già delle stime sul numero delle case inagibili. C'è però un numero, o più che altro dei nomi, di cui non si parla, perchè scomparsi. Sono i circa cinquanta dispersi del terremoto, ancora oggi reclamati dai propri parenti o amici e dei quali non si sà nulla. O almeno, se ne sanno i nomi, ma se si chiedono alle autorità, come ha fatto il quotidiano L'Unità , delucidazioni e precisazioni, non si hanno risposte. Quasi come se l'argomento fosse coperto da segreto si stato. Naturalmente si può comprendere l'angoscia di coloro che cercano queste persone, e che non si vedono dare nessun aiuto dalle autorità preposte. Gli unici che si stanno prodigando, ormai già da parecchi giorni, per dare assistenza e indicazioni ai parenti dei dispersi, sono i volontari dell'Associazione Codici (http://www.codici.org/), una Onlus che si occupa, appunto, di coprire i buchi lasciati scoperti dalle organizzazioni statali, e che ha istituito a Pescara una sala operativa che raccoglie le segnalazioni dei dispersi. Sul sito internet dell'associazione sono stati pubblicati i nomi di coloro che ancora mancano all'appello. In sostanza i dispersi sono diventati degli invisibili, di cui non si hanno più notizie e nessuno sa niente. Una storia di cui i media non parlano, anche perchè il tutto è coperto da un certo alone di mistero e le autorità sono restie a rilasciare dati in merito.

I repubblichini non sono come i partigiani

sabato 25 aprile 2009

Odio sociale


Uno spettro s’aggira per l’Europa; lo spettro del rinato odio sociale. Proprio così, la rabbia che nel vecchio continente sembrava ormai morta e sepolta, sotto la crescita senza confini della ricchezza procapite e il benessere diffuso offerto dal sistema capitalistico di mercato, è prepotentemente tornata a far parlare di se. Non Italia, almeno per ora, ma in Francia, Inghilterra, Germania e altri paesi europei, compresi quelli della nuova Europa dell'est, una nuova ondata di frustrazione, risentimento e infine rabbia ha riempito negli ultimi mesi pagine e pagine di giornali. Manager rapiti dagli impiegati in odore di licenziamento, operai che impediscono lo sbarco di colleghi provenienti da altri paesi, banche assaltate e tanti altri casi di azioni spontanee e poco ponderate. Ma perchè tutto questo? Non ci avevano promesso che se avessimo fatto i bravi, lasciando la gestione dell'economia alle banche e ai finanzieri, e non allo stato, e soprattutto se avessimo continuato a consumare, auspicabilmente di più dello stretto necessario, insomma non ci avevano promesso che fatto tutto questo ci sarebbe stata, per sempre, "pace in terra agli uomini di buona volontà"? Cos'è successo, allora?


Il problema fondamentale del nostro sistema, che ha generato risentimento e dato luogo ai casi prima citati, non è certo quello della creazione di ricchezza. Di ricchezza, negli ultimi vent'anni, ne è stata prodotta molto di più di quella che già esisteva, sia per quanto riguarda l'economia reale, e dunque la produzione materiale di prodotti, che nel campo finanziario, che è poi quello che ha progredito maggiormente. Il problema risiede, come anche in passato, nella ridistribuzione di questa enorme ricchezza prodotta, con la differenza che oggi è all'interno dell'avanzamento economico dei paesi che si è creata disparità, cioè tra quelli che insieme ne hanno beneficiato. In passato vi erano gli esclusi, classi economiche che non erano invitate alla spartizione della torta, ma che come oggi concorrevano a produrla. Oggi al tavolo sono stati invitati tutti, anche perchè le lotte politiche e di classe fatte in passato, non hanno lasciato scampo ai veri dentori della ricchezza, ma questi hanno escogitato un modo ancora più subdolo di incantare le classi subalterne: facendo credere a chi fino all'altro ieri non aveva assolutamente nulla, di aver acquisito una posizione nella società. In sostanza la gente ha rinunciato a combattere, a organizzarsi politicamente al fine di migliorare davvero le proprie condizioni, in cambio, non di un reale ruolo nel processo decisionale-produttivo, ma di un aumentato potere d'acquisto, e cioè della possibilità d'accesso a un numero maggiore, e a una maggiore qualità, di beni di consumo. La crisi, però, ha tolto la maschera a questo bluff e ha riproposto come una valanga tutti i problemi e le contraddizioni, che erano state soltanto spinte sotto il tappeto. Insomma, ci hanno fregato, e ciò che più mi rode e che hanno usato le persone come polli in batteria, facendoli ingrassare, consumare, acquistare cose inutili e alla fine togliendogli tutto, dicendo: ci dispiace ma siamo in crisi. La colpa non è nostra, ma degli americani che non pagano il mutuo. Che cazzate.


Ora, riacquistata la consapevolezza di quello che ci circonda, il vero problema è rappresentato da come canalizzare la rabbia, come organizzare una risposta politica. Perchè le azioni nei confronti delle banche e i sequestri di manager visti in questi mesi, sono il sintomo di una furia cieca e incontrollata, e di una totale assenza di un offerta politica adeguata, quantunque le proteste sono, a mio avviso, molto trasversali e interessano persone di diverso credo politico, o senza nessuna posizione politica predefinita . Non c'è un partito che, non con lo 0,2 per cento, offre una critica seria e plausibile della società in cui viviamo. Non vi è più un pensiero critico, il tutto si è appecoronato all'esistente. Gli unici appunti mossi al sistema rimangono comunque confinati nel recinto, delimitati dallo stesso sistema. La paura di perdere le effimere comodità acquisite, il terrore dell'ignoto non ci permettono più di immaginare un mondo diverso. Bisogna fare qualcosa, ma soprattutto bisogna riniziare a chiedersi il perchè delle cose. Mi sembra una buona base di partenza.

venerdì 24 aprile 2009

Riaperta l'inchiesta sull'attentato al giudice Borsellino. Dopo le dichiarazioni di Genchi, nuove versioni dei pentiti


Sembrava un'inchiesta conclusa, anche per la cassazione, quella sull'attentato di via D'amelio a Palermo del 19 luglio 1992. In quel maledetto giorno persero la vita, in una strage da tutti presentita e annunciata, il giudice Paolo Borsellino e i cinque uomini della sua scorta. Dopo svariati processi e altrettanti gradi di giudizio, che avevano portato a una, seppur da molti contestata, verità giudiziaria, la sentenza che condannava definitivamente Vincenzo Scarantino e Salvatore Caldura sembrerebbe, dalle ultime rivelazioni, essersi avviata verso un sostanziale ribaltamento. L'inchiesta sull'attuazione della strage, e quella sui mandanti occulti è stata riaperta dalla procura di Caltanissetta, quella di competenza, in seguito alle rivelazioni del nuovo pentito Salvatore Spatuzza, molto ascoltato dai pm nisseni, e alle dichiarazioni di Gioacchino Genchi. Spatuzza si è autoaccusato del furto della ben nota Fiat 126, che secondo le indagini è stata usata come autobomba nella strage, mentre Genchi sostiene che il telecomando utilizzato per far brillare la carica è stato azionato dall'alto del Monte Pellegrino, dove ci sarebbe stata una sede dei servizi segreti italiani. Nel confronto tra Spatuzza e Caldura quest'ultimo ha negato di aver rubato la 126, sovvertendo le sue iniziali rivelazioni, e ha dato ragione a Spatuzza sulla completa estraneità di Aglieri, e gli altri boss di Santa Maria di Gesù, alla strage, Scarantino invece mantiene la sua iniziale confessione sulla partecipazione all'attentato. Inoltre nuovi pentiti asseriscono che la 126 non è il luogo in cui era stato posizionato l'esplosivo, e che invece la carica era stata messa all'interno di un bidone abbandonato, anche se ancora non si fanno ipotesi su chi sia stato a posizionarla. Insomma, ciò che conta è che tutte queste nuove rivelazioni stravolgono completamente l'attuazione, finora ricostruita, della strage, e la procura di Caltanissetta sta indagando per autocalunnia su Caldura e Scarantino. Resta il fatto che, quantunque le novità siano accertate , finora le indagini e i processi si sono concentrati solo sulla realizzazione materiale dell'infame attentato, mentre sui mandanti ancora non si è assolutamente fatta chiarezza. Rimangono ancora da scoprire le innumerevoli connessioni tra servizi segreti, potere politico e malavita organizzata, e bisogna dare una risposta agli interrogativi sul perchè si sia lasciato un così basso livello di sicurezza su un uomo più volte minacciato di morte, e sul quale, ormai chiaramente, la mafia aveva emesso la sua sentenza.

giovedì 23 aprile 2009

Terremoto: dal 1700 in Italia ci sono stati 42 sismi con magnitudo superiore a 6 gradi della scala Richter. Ce ne saranno altri!

E' una dato di fatto incontrovertibile, il nostro paese è, in Europa, uno di quelli con il maggior rischio sismico. Dal 17oo a oggi sono stati 42 gli eventi simici con magnitudo superiore a 6 gradi, e i terremoti che hanno portato più morte e distruzione sono stati: 1905, Calabria, 7.06; 1908, Calabria-Messina, 7.24; 1915, Avezzano, 6.99; 1919, Mugello, 6.18; 1920, Garfagnana, 6.48; 1930, Irpinia, 6.72. Sei terremoti devastanti in soli 25 anni. Da questa constatazione di pericolo dovrebbe derivare una politica adatta alla situazione. Ma il fatalismo e il lassismo di noi italiani, ci impedisce di prendere seriamente delle contromisure adatte.

Questa è una mappa dell'Italia che indica, da qui a trent'anni, le zone dove è più alta la probabilità che avvenga un sisma con magnitudo superiore a 6 gradi della scala Richter.


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Quest'altra mappa indica invece la probabilità (valutata con quattro diversi metodi, tre geologici e uno basato sulla sismicità storica), per ogni regione italiana, che un evento sismico di magnitudo superiore a 5,5 gradi avvenga entro i prossimi 25 anni.


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Bisogna recepire questi studi, e non bollarli come "gufate". Bisogna fare in modo che il prossimo sisma, perchè ci sarà un prossimo sisma, non ci trovi impreparati. E soprattutto bisogna iniziare a rispettare prima noi stessi come nazione, e poi il nostro territorio come l'unico che abbiamo. Sono sicuro che i cittadini faranno proprie queste sensibilità molto prima della classe politica.




Mappa della pericolosità sismica redatta dall'Ingv, non recepita a dovere dalle regioni

A monte di quello che e successo a L'Aquila e in Abruzzo, oltre alla furia della natura, c'è l'avidità e la scarsa sensibilità dei nostri governanti. Purtroppo questa prassi non riguarda solo il governo centrale, ma anche le amministrazioni locali, quelle che vivono il territorio e che dunque dovrebbero amarlo di più, e avere più rispetto dei propri corregionali. Invece non è sempre così, e vittime delle inadempienze sono spesso anche coloro che le hanno perpetrate.

Nel 2006, a due anni dal terremoto in Molise, il governo italiano affidava all'Ingv la redazione di una mappa del rischio sismico nel nostro paese. L'intento era quello di far recepire il grado di rischiosità alle amministrazioni regionali, per poi adeguare a questo le future norme in materia di costruzione di edifici, pubblici e non. Qui di seguito ho postato quella mappa. Il viola è il colore che indica la massima pericolosità, mentre dal verde fino al grigio sono indicati i luoghi a minore rischio sismico. Come si può vedere l'Abruzzo è quasi completamente coperto da una chiazza viola:

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Quest'altra mappa riportata di seguito,
indica invece il rischio recepito dalle regioni:


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Come si può vedere, l'Abruzzo, e dunque L'Aquila e le zone terremotate comprese, non sono al livello 1 di pericolosità, ma al secondo livello, mentre tutt'intorno, Umbria e Molise sono a livello 1. Strano vero? Non tanto se si considerano quelle che sono le implicazioni di una tale scelta. Costruire in zona 1 comporta una spesa, per il costruttore, molto maggiore rispetto a un'edificazione in zona 2. Sono questi sulla cartina, dunque, dei veri e propri buchi politici. Secondo Antonio Perrotti, ex direttore del dipartimento territorio e ambiente della Regione Abruzzo, il declassamento della regione, al secondo livello, è avvenuto a causa delle forti pressioni esercitate dalla potente lobby dei costruttori sull'amministrazione regionale. Questa venutasi a creare in Abruzzo è una situazione paradigmatica della realtà italiana, dove i cittadini vengono sempre dopo tutto.


L'Intervista di RaiNews24 a Antonio Perroti

G8 all'Aquila


Se ne sentiva quasi la mancanza, era ormai qualche giorno che il nostro premier non sparava una cazzata delle sue. E infine il coupe de tehatre che nessuno si aspettava, e voleva, è arrivato. Berlusconi ha detto, stamani durante il consiglio dei ministri che si sta tenendo proprio nel capoluogo abruzzese, che "sarebbe giusto spostare il G8 della Maddalena qui all'Aquila". Questo è davvero il massimo. Una città terremotata, con tutti problemi che ha, con i cittadini stressati da una situazione incredibile, mancavano solo gli otto inutili. Con tutto il seguito di polizia, esercito, guardie del corpo, manifestanti del controvertice, elicotteri, zone rosse, verdi e gialle. Abbiate pietà per questa povera gente. Stanno già sopportando troppo. Berlusconi dice che sarebbe per l'Aquila un ottimo modo per portare al centro dell'attenzione mondiale il dramma della città. Anche se, durante gli altri innumerevoli vertici, non si è riuscito a prendere una sola decisione risolutiva per i tantissimi problemi che affliggono il mondo, figuratevi cosa gliene può fregare ai russi, ai giapponesi e ai canadesi del terremoto. C'è la crisi economica mondiale, c'è il fatto che ormai un vertice riservato solo agli otto attuali non serve a nulla e ci sono problemi globali che meriterebbero almeno di essere analizzati. Il terremoto è cosa nostra, e se qualche paese vuole aiutarci deve farlo, ma senza la banda e gli elicotteri che sorvolano la città. Gli abruzzesi hanno bisogno di serenità per ricominciare, e i problemi logistici inerenti il vertice si andrebbero a sommare a quelli per la ricostruzione. Insomma un casino. Per fortuna, a quanto sembra, nell'esecutivo berlusconiano c'è ancora qualcuno di buon senso che ha detto che l'ipotesi è irrealizzabile. Una proposta: portiamo a L'Aquila Sanremo, "l'isola dei terremotati", miss Italia e qualche altra bella manifestazione nazional-popolare, magari sensibilizziamo gli aquilani a soccorrere il nostro paese!

E l'11 settembre?


Dopo 3000 persone rimaste vittime sotto le macerie delle Twin Towers, svariate migliaia di soldati americani, cittadini irakeni e afghani morti nelle guerre preventive e di reazione, dopo centinaia di combattenti o semplici fruttivendoli di tutto il mondo sottoposti a rendition, che ne è stato delle indagini sull'11 settembre? Non se ne parla più da nessuna parte. Nè in Italia, tantomeno negli Stati Uniti. Eppure dovrebbe essere di importanza capitale scoprire perchè, e soprattutto per chi il mondo non è più lo stesso dopo quel fatidico giorno. La relazione della commissione 11 settembre, istituita dal governo Bush propio per far luce sull'accadduto, non ha svelato assolutamente niente, e anzi, con le enormi lacune lasciate sui punti chiave dell'inchiesta, non ha fatto altro che alimentare dubbi. Troppi dubbi. Il mondo ha accettato la tesi dello sparuto gruppo di terroristi islamici che, armati di temperino e buona volontà, un bel giorno hanno messo fuori gioco il più imponente e capillare sistema di difesa aerea (Norad) del mondo, hanno scorazzato in lungo e in largo per i cieli di mezza America, pilotato moderni aerei da trasporto senza usare il sistema di navigazione, e dunque volando a vista da svariate migliaia di metri d'altezza, fatto sparire, vaporizzati, ben due velivoli, e infine abbattuto due grattacieli costruiti con le più moderne tecniche e, per voce dei costruttori, progettati anche per resistere a un eventuale collisione con un aereo. Una bella storia, senz'altro.



Credere alle svariate ipotesi
avanzate dalle controinchieste sviluppate da cittadini o giornalisti indipendenti è difficile, lo ammetto. Anche perchè se anche l'un per cento di quello che dicono i sostenitori dell'autoattentato fosse vero, dovremmo chiudere bottega, spegnere tutte le tv, oscurare internet, bruciare tutti i giornali e ritirarci su un eremo a pensare come poter ricominciare tutto daccapo. Ma il mondo, con quello che l'accaduto ha comportato e comporta, non può accettare la verità del governo americano senza porre ulteriori domande. L'11 settembre è fatto mondiale, e dunque interessa qualsiasi cittadino di ogni stato del globo. Troppi sono i nodi ancora da sciogliere, e per di più Bin Laden non si sa che fine abbia fatto. Non si può accettare una realtà definitiva se prima non vengono fugati i numerosi dubbi, e se prima non ci viene detto chi erano realmente i dirottatori, visto che molti di quelli accusati di esserlo stati sono ancora vivi. Il governo americano a oggi, nonostante sia stato accertato che molti dei responsabili individuati all'indomani dei fatti non erano sugli aerei, non ha ancora aggiornato la lista dei dirottatori. Allora sarebbe per buon senso e per amore della verità, anche se una pia illusione, se uno degli otto grandi, presenti al vertice italiano di luglio, chiedesse a Obama: mister Obama, come sono andate veramente le cose?

mercoledì 22 aprile 2009

Terremoto: ultimo report della sequenza sismica. Scossa di 3,6 gradi con epicentro vicino Terni. Un'altra scossa di 3,6 gradi nell'aquilano

Aggiungere due ore all'orario indicato per ottenere l'ora italiana. Il report utilizza il sistema universale di misurazione del tempo (Utc). Fonte: Ingv


Data Ora (UTC) Lat Lon Prof(Km) Mag
Distretto Sismico


Report della scossa registrata in Umbria, con epicentro vicino Terni



Magnitudo(Ml) 3.6 - UMBRIA - TERNI
22/04/2009 14:32:25 (italiana)
22/04/2009 12:32:25 (UTC)

Map Location

Hai sentito il terremoto? Clicca qui.

Comunicato
Un terremoto di magnitudo(Ml) 3.6 è avvenuto alle ore 14:32:25 italiane del giorno 22/Apr/2009 (12:32:25 22/Apr/2009 - UTC).
Il terremoto è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell'INGV nel distretto sismico: Val_Nerina.
I valori delle coordinate ipocentrali e della magnitudo rappresentano la migliore stima con i dati a disposizione. Eventuali nuovi dati o analisi potrebbero far variare le stime attuali della localizzazione e della magnitudo.


Dati evento

Event-ID 2206733910
Magnitudo(Ml) 3.6
Data-Ora 22/04/2009 alle 14:32:25 (italiane)
22/04/2009 alle 12:32:25 (UTC)
Coordinate 42.578°N, 12.827°E
Profondità 9.2 km
Distretto sismico Val_Nerina

Comuni entro i 10Km

ARRONE (TR)
FERENTILLO (TR)
MONTEFRANCO (TR)
POLINO (TR)
COLLI SUL VELINO (RI)
LABRO (RI)
MORRO REATINO (RI)
POGGIO BUSTONE (RI)
RIVODUTRI (RI)
Comuni tra 10 e 20km

MONTELEONE DI SPOLETO (PG)
POGGIODOMO (PG)
SANT'ANATOLIA DI NARCO (PG)
SCHEGGINO (PG)
SPOLETO (PG)
VALLO DI NERA (PG)
STRONCONE (TR)
TERNI (TR)
CANTALICE (RI)
CONTIGLIANO (RI)
GRECCIO (RI)
LEONESSA (RI)
RIETI (RI)

Terremoto: ultimo report della sequenza sismica. Scossa di 3,6 gradi con epicentro vicino Terni. Un'altra scossa di magnitudo 3,2 vicino Sulmona

Aggiungere due ore all'orario indicato per ottenere l'ora italiana. Il report adotta il sistema di misurazione universale (Utc). Fonte:Ingv