Periti e tecnici oggi hanno prelevato diverse centinaia di campioni dai calcinacci degli edifici e dalle case crollate nel terremoto di domenica scorsa. I dubbi della procura dell'Aquila sulla composizione del cemento, e sulle armature d'acciaio delle costruzioni verranno sciolti in seguito alle analisi. La sensazione è comunque quella di possibili inadempienze in fase di realizzazione. Ma ancora peggiore potrebbe essere la posizione di chi deliberatamente ha scelto di risparmiare sui materiali utizzati, in particolare per quanto riguarda le voci circolate in questi giorni, che vogliono negli impasti di cemento con la quale molte case dell'Aquila sarebbero state realizzate una massiccia presenza di sabbia di mare. La sabbia degli arenili, prelevata spesso illegalmente, ha nella sua composizione una cospicua parte di cloruro di sodio che, all'interno delle mura e nelle colonne portanti degli edifici, corrode il metallo utilizzato per le gabbie riducendolo a poco più di uno stecchino. Secondo alcuni, che hanno avuto la possibilità di aggirarsi tra le macerie subito dopo la scossa più devastante, è proprio quello che è successo all'Aquila. L'associazione locale dei costruttori si difende e afferma che tutte le leggi che regolano l'attività edile sono state rispettate. Ma se venissero confermati i sospetti di dolo nessuna pena basterebbe ad espiare la colpa di aver condannato a morte, per cupidigia e irresponsabilità, centinaia di vite umane inconsapevoli. Nelle compravendite di case, comunque, una sempre maggiore responsabilità spetta anche a chi a acquista l'immobile. Non ci si può limitare a valutare l'estetica o l'ampiezza della propria casa, quando la si acquista bisogna, in particolare nelle zone ad alto rischio sismico, altresì valutare se sono state rispettate tutte le misure di sicurezza.
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