La stima delle vittime si va tristemente stabilizzando: a ora sono 235 i morti, 17.000 gli sfollati di cui 10.000 all'Aquila e 7.120 nella provincia. I primi stanziamenti del governo, per le prime opere di ristabilizzazione, ammontano a 30mln di euro. Questi i freddi numeri. La realtà invece racconta di gente viva aggrappata alla propria sorte di sopravvissuti che, come abbiamo potuto vedere dalle prime interviste e considerazioni, cercano in ogni modo fieramente di reagire. Intanto la seconda notte all'adiaccio, sotto ripari di fortuna, in macchina o da amici è scandita dalle continue scosse d'assestamento che, come abbiamo visto in serata, ripropongono l'incubo in tutta la sua imponderabilità. Sembra comunque che la maggior parte delle persone per questa notte, a differenza di ieri, non abbiano avuto problemi a trovare un ricovero. Nelle tende prendono forma quei riti quotidiani che cercano di dare, soprattutto ai piccoli, una parvenza di normalità. Ricordo senza nostalgia le notti passate in macchina quando la terra tremò nella mia regione, il Molise. Anche a distanza di settimane molte persone preferivano non dormire a casa. Bisogna imparare a convivere con i terremoti, e ad accettare la condizione di uomini al cospetto di una terra che tanto da e altrettanto toglie. Tutte le popolazioni stanziate in territori ad alto rischio sismico devono sviluppare una cultura del fenomeno così che quando tornerà a presentarsi un'evenienza come quella abbruzzese la ripresa sarà più semplice.
martedì 7 aprile 2009
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