lunedì 6 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo: il sisma era stato preannunciato


Quando questa notte ho scritto il primo post, subito dopo la scossa più forte (8-9 gradi scala Mercalli) avvertita anche qui a Roma lungo la Casilina, ho subito avuto sentore di quello che era successo. Ricordo con dolore il terremoto che nel 2002 colpì violentemente il Molise, la mia regione. Anche allora la prima scossa, quella che fece crollare la scuola di San Giuliano, fu avvertita a Roma (lievi danni alle terme di Caracalla), da sempre ritenuta zona al riparo da eventi sismici importanti. Quando un sisma si sente a Roma, da qualche parte nel centro-Italia è avvenuta una catastrofe. C'è però un risvolto strano che non mancherà di scatenare polemiche e accuse. Il terremoto era stato preannunciato! C'è un video su Repubblica.it, un intervista ad un sismologo abbruzzese che qualche giorno fa aveva lanciato l'allarme di un probabile forte sisma. In pratica lo scienziato sostiene che analizzando la concentrazione di un particolare gas presente nel sottosuolo, il radon, che aumenta di quantità prima della scossa è possibile prevedere di 24ore l'evento. Lo scienziato è stato denunciato per procurato allarme! La cosa strana però è che già da qualche settimana la zona era interessata da un intenso sciame sismico che aveva già stressato la popolazione. Perchè non si è presa nessuna precauzione? Siamo di fronte all'ennesima catastrofe che poteva essere contenuta? Vedremo. Ora bisogna donare sangue per i feriti e molto probabilmente ci sarà bisogno di braccia per cercare superstiti tra i calcinacci. I fratelli abruzzesi non possono essere lasciati soli, è in questi momenti che una nazione dimostra di essere tale. Io conosco la realtà di quei posti e vi posso dire che il problema più serio ora, oltre naturalmente alle vittime che sembrano essere più di 50 con oltre 50.000 sfollati, è la condizione psicologica soprattutto degli anziani dei paesi più piccoli. Molti di questi hanno perso tutto e, come in Molise nel 2002, rischiano di morire in seguito a malori provocati dal forte stress. Una storia che mi ha molto colpito e che è forse l'emblema di questa realtà ancora fortemente rurale riguarda un vecchietto che invitato ad abbandonare la propria casa si è rifiutato, dicendo che doveva portare il cibo alle sue galline, l'unica cosa che gli era rimasta, l'unica cosa con la quale potersi sfamare nei prossimi giorni. Noi sappiamo che non sarà così e che questa gente non sarà lasciata sola.
Non ci sono danni nel Lazio.



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