In questi giorni, in seguito alla tragedia che ha colpito l'Abruzzo, l'Italia intera si è mobilitata in soccorso delle persone rimaste senza casa. Abbiamo assistito a una gara di solidarietà che fa onore al nostro paese, troppo spesso distratto e attaccato ai propri regionalismi. Migliaia di persone hanno offerto il loro aiuto, come volontari o semplicemente donando qualcosa. Ma di fronte a tanta bontà, determinazione e coraggio, dobbiamo purtroppo registrare alcune bassezze che spesso fanno da corollario a questo tipo di eventi. Sto parlando degli sciacalli che rovistano tra le macerie a caccia di oggetti di valore, lasciati incustoditi dalle persone che fuggivano da morte certa, oppure di infidi personaggi che cercano con vari escamotage di infiltrarsi negli alberghi o nelle tende, occupate dai senzatetto, allo scopo di portar via loro i pochi averi rimasti. Leggo ora su un giornale nazionale che tra le tende si aggirano alcune iene proponendo a chi è rimasto senza denaro di scambiare i propri oggetti in oro con soldi, e insieme a questi profittatori spuntano i primi casi di mercato nero: taniche di carburante a cinque euro al litro e un furgone nel pomeriggio di ieri ha tentato di vendere della carne a ottanta euro al chilo. Ma neanche i media, dispiegati in forza nei luoghi della sciagura, sono esenti da atti poco edificanti. Accanto a coloro che svolgono davvero il loro lavoro di informatori, veri e propri avvoltoi sono a caccia di immagini, testimonianze e lacrime che possano incrementare lo share della propria trasmissione o far vendere più copie del giornale per cui scrivono. Infine ci sono i politici. In queste ore si è prodotta una vera e propria sfilata di ministri, rappresentanti di partito e politicanti che a vario titolo cercano le telecamere o i capannelli di giornalisti per farsi riprendere tra le macerie. E' importante far sentire la vicinanza delle istituzioni alle persone che hanno perso tutto. Rassicurare che non ci si dimenticherà di loro. Ma siamo in prossimità delle elezioni europee e si sa, i nostri statisti non mancano mai di fare un pò di sana campagna elettorale. In ordine sparso finora hanno fatto una passeggiata tra le rovine: Berlusconi (giustamente, è il presidente del consiglio), il ministro del Welfare Sacconi, quello dell'attuazione del programma Rotondi, il guardasigilli Alfano, il ministro delle pari opportunità Carfagna, il ministro della gioventù Meloni, quello per la semplificazione Calderoli, il ministro dell'economia Tremonti, il ministro dell'agricoltura Zaia, il ministro della difesa La Russa e quello dell'istruzione Gelmini ,praticamente tutto il governo al completo. Poi ci sono i vari rappresentanti dei partiti a titolo privato come Di Pietro, Franceschini, Bossi, Zingaretti (presidente della provincia di Roma) e Marrazzo (presidente della regione Lazio). Ma vi pare possibile? Con tutte le guardie del corpo e l'entourage non fanno altro che intralciare le operazioni di scavo e rimozione delle macerie. Speriamo si facciano vivi con i fatti fra un paio di mesi, quando inizierà seriamente la parte rognosa, per i politici, della ricostruzione. A cosa serve a tre giorni dal sisma promettere new town e ville al mare? Gli abruzzesi, come tutti gli italiani, sanno benissimo come sono andate le cose nei precedenti terremoti e non si fidano delle chiacchiere fatte a caldo. Ora bisogna pensare a scavere, curare i feriti e assicurare una prima sistemazione a chi non ha più una casa, poi ci vogliono i fatti e soprattutto i soldi.
giovedì 9 aprile 2009
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