Quest'anno alle celebrazioni del 25 aprile, la festa della liberazione dell'Italia dal nazifascismo, ci sarà un ospite mai visto prima: tale Silvio Berlusconi. Come forse molti sanno, costui è il presidente del consiglio della Repubblica italiana, quella nata proprio in seguito alla disfatta delle forze dell'asse. A chiunque sembrerebbe normale che il premier di uno stato repubblicano partecipi, anche controvoglia, alla ricorrenza del giorno che simbolicamente è il pavimento sulla quale poggia la sua poltrona. E invece no. Il tale che è al “potere” in Italia, ormai da quindici anni, deve dichiarare la sua presenza, dato che negli anni passati non ha mai preso parte ufficialmente, come presidente del consiglio, a nessuna celebrazione pubblica del giorno della liberazione. Forse, chissà, lo ha fatto in privato, magari officiando qualche rito in uno dei tanti mausolei di sua proprietà. Ma siccome noi non lo possiamo sapere, perchè non ci sono immagini né testimonianze, il fatto resta. Questa, come tante altre storie di ordinario senso dello stato, aiutano coloro che ci guardano dall'estero a capire da chi è retto il “feudo” Italiano. Gli italiani, grandi patrioti, che si stracciano le vesti perchè la loro “italica identità” è corrotta tutti i giorni dalle valanghe di immigrati in arrivo sulle nostre coste, hanno demandato il governo del loro paese al Mazzini del ventunesimo secolo proprio perchè egli ama il suo paese. Giustamente, è il trogolo dove finora si è abbondantemente sfamato! Ci mancherebbe altro. Ma la cosa più bella è il motivo per cui, quest'anno, Berlusconi ci onorerà della sua presenza. Il Cavaliere, senza cavallo si recherà in un luogo non precisato perchè altrimenti la cosiddetta sinistra potrebbe strumentalizzare il 25 aprile. Ma quando? Magari! Significherebbe finalmente una presa di distanza dal becero modo di rappresentare le istituzioni di questa destra, da più parti identificata come la peggiore d'Europa. Si potrebbe dire: caro premier, visto che negli anni passati te ne sei bellamente fregato, quest'anno puoi anche rimanere ad Arcore, perchè uno statista come te, tra chi ha dato la vita per questo che, anche a causa tua, è diventato una merda di paese non ce lo vogliamo. Sarebbe una bella cosa se qualcuno, ogni tanto, si prendesse la briga di rompere i coglioni all'"unto di Dio".
mercoledì 22 aprile 2009
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