domenica 26 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo: per i soccorritori pericolo polveri sprigionate dai crolli. Nelle costruzioni presente anche amianto

Tutti abbiamo ancora davanti agli occhi le macerie delle Twin Towers, abbattute l'11 settembre 2001. Di quella vicenda, di quell'evento spartiacque molte cose non si sanno, o almeno se ne sà poco. Un dato drammatico, che le autorità statunitensi tendono ad ammantare, è quello relativo ai soccorritori ammalatisi sulle macerie ancora fumanti del Wtc, dopo aver respirato i contaminanti sprigionati dai crolli delle torri. Nella sola Manhattan se ne contano, a oggi, circa 180.000 . La polverizzazione degli edifici, dovuta alle esplosioni, sprigionò nell'aria di New York una serie di micropolveri altamente nocive per l'organismo umano. Gli "eroi di Gronund Zero" non furono avvertiti dalle autorità del pericolo, nonostante molti studiosi avessero messo in guardia coloro che gestivano i soccorsi, spingendo per l'adozione di maschere speciali e guanti. Le malattie prodotte dall'aspirazione e dall'ingestione dei contaminanti furono, oltre al cancro, ictus, malattie cardiovascolari, infarto e tromboembolia polmonare. Oggi quegli eroi sono quasi tutti dimenticati, e molti non ricevono dallo stato nemmeno l'assistenza sanitaria, con la beffa che molte assicurazioni si sono rifiutate di pagare le cure. La situazione venutasi a creare a L'Aquila e nei paesi colpiti dal terremoto può risultare analoga, ma meno grave di quella dell'11 settembre. A L'Aquila non ci sono state esplosioni che hanno polverizzato gli edifici, dunque le polveri sprigionatesi nell'aria sono più grossolane e possono essere contrastate più facilmente con l'ausilio di normali maschere respiratorie. Il pericolo è rappresentato in particolare dall'amianto, che in Italia, nonostante sia vietato dalla legge, è ancora presente in molti edifici. L'altro elemento di preoccupazione riguarda la presenza di ceneri di rifiuti nel cemento utilizzato per costruire gli edifici. Molti cementifici, infatti, usano i rifiuti per innalzare le temperature degli impianti di produzione del cemento. Anche all'Aquila all'indomani del terremoto, a opera del nanopatologo Stefano Montanari, è stato lanciato l'allarme polveri, ed è stato suggerito di adottare adeguate attrezzature per scongiurare i pericoli di avvelenamento. Tanto più che questi residui, oltre che a essere inspirati, possono posarsi sui prodotti agricoli, e dunque essere ingeriti indirettamente. A ora, purtroppo, non si è adottata nessuna misura di sicurezza. I soccorritori sono tranquillamente a lavoro senza maschere e guanti, e per di più si stanno, tramite appositi macchinari, polverizzando i calcinacci raccolti nei luoghi del disastro, liberando nell'aria, in forma più sottile, le polveri cancerogene. Bisogna fare in modo che tanti ignari soccorritori, spinti solo dal desiderio di aiutare, non si ritrovino un domani a fare i conti con l'ennesimo caso d'inefficienza e, bisogna dirlo, d'inettitudine delle nostre istituzioni. Se in America hanno avuto questo problema perchè noi facciamo lo stesso?

1 commento:

  1. Speriamo che in Abruzzo spunti fuori un nuovo Raffaele Guariniello. Nonstante pecchi un po' di protagonismo è uno dei pochi veramente interessato a fare giustizia su fatti come questi. Vedi i casi dei processi alla Eternit o alla Thyssen.
    Andrea

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