martedì 14 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo: freddo e ancora scosse. Un consiglio dei ministri speciale si terrà a L'Aquila



Ieri per milioni di italiani, come da tradizione, è stato il giorno di pasquetta. Da sempre scampagnate, gite fuori porta e visite nelle città d'arte caratterizzano il lunedì dell'angelo, ma quello di ieri, anche per gli italiani che una casa ancora ce l'hanno, non è stato un giorno di festa sereno. Troppi nostri connazionali vivevano ore di paura e disagio, troppi erano al freddo di una tenda e con la terra ballerina sotto i piedi. Sembrava che la furia sprigionatasi in questi giorni dalle viscere della terra si fosse placata. Invece il "mostro" è tornato a urlare. Ieri ci sono state in Abruzzo ben 12 scosse, di cui una di 4,9 gradi della scala Richter. Questi sismi stanno ingenerando nella popolazione, ormai stremata, l'assurda angoscia di un terremoto infinito. Dopo 4 mesi, e 8.000 scosse intense e meno intense, è comprensibile. La gente si chiede quando tutto finirà, quando l'emergenza sarà passata e ci si potrà dedicare alla lenta e dura ricostruzione. Ma in una situazione del genere è difficile uscire dalla condizione psicologica di rischio e avviarsi verso la serenità che occorre per gestire al meglio il post-sisma. Inoltre, come se non bastasse, ieri ci si è messo pure il freddo a complicare la vita degli sfollati ( 55mila in tutto e 33mila ospitati nelle tende). Sulle tendopoli dell'aquilano si è abbattuta una bufera di neve, mentre negli altri comuni un vento gelido e la pioggia hanno portato la temperatura in alcuni casi anche sotto lo zero. Un incubo. Ma nonostante questo molti si stanno prodigando per alleviare le pene della popolazione. Il giorno di pasqua il consueto pranzo è stato offerto all'Aquila da alcuni dei migliori chef italiani, e Silvio Berlusconi ha passato la giornata tra le tende con la gente. Anche Roberto Saviano ha voluto portare la sua solidarietà agli abruzzesi, e ha trascorso la pasquetta tra la gente di Paganica, visibilmente contenta di passare qualche ora con il giovane e coraggioso scrittore. Ieri intanto sono iniziate anche le prime ispezioni sugli edifici per appurarne l'agibilità o meno. Si è cominciato da quelli pubblici, ma le prime stime, ancora provvisorie sulle abitazioni private, parlano del 30% di edifici inagibili, il 50% agibili e 20% parzialmente inagibili. Una casa su tre, dunque, dovrà essere ricostruita da zero. Un impegno importante per lo stato italiano che certo non naviga in buone acque. Ma il premier Berlusconi ha promesso che sarà fatto tutto il possibile e celermente. Un primo atto simbolico sarà il consiglio dei ministri speciale che si terrà proprio all'Aquila, probabilmente il 23 o il 24 aprile, e dalla quale dovranno uscire le prime indicazioni concrete sul da farsi, in particolare si dovrà sciogliere lo spinoso nodo sul come reperire i soldi necessari. Per ora lo stanziamento d'apertura deciso dal governo, per far fronte alle prime stringenti necessità, è di 100milioni di euro attinti dal "fondo imprevisti" , un sebatoio che può contare sulla disponibilità di altri 150 milioni. Briciole in confronto all'ampiezza dei danni, che finora hanno coinvolto seriamente ben 100 comuni abruzzesi. Allora come fare? Le ipotesi sono molte. Tra le più discusse c'è quella della tassa una tantum, che dovrà valere sull'Irpef. Ma l'imposta sulle persone fisiche è già pesantemente caricata dalle addizionali locali, applicate dai comuni per far fronte alle necessità di bilancio sorte in seguito all'abrogazione dell'ici. Da queste addizionali i comuni italiani ricavano circa 2,5miliardi di euro l'anno. Un'altra ipotesi che si sta facendo strada è quella di destinare all'emergenza terremoto il 5 e 8 per mille, vale a dire la quota di reddito che il contribuente decide di destinare alle associazioni o alle confessioni religiose. Il problema qui è rappresentato dal fatto che molte associazioni di volontariato sopravvivono proprio grazie a queste donazioni, e la decisione di privarle dell'entrata è vista dalle stesse come una "guerra tra poveri". Comunque il ministro dell'economia, Giulio Tremonti, ha dichiarato nei giorni scorsi di aver già avviato le procedure per far diventare questa l'ipotesi una realtà. Altre proposte: quella di una nuova edizione dello scudo fiscale per far rientrare capitali dall'estero, ma per vederne i primi risultati significativi ci vorrebbe molto tempo; oppure una lotteria speciale a favore dei terremotati e connessioni benefiche con giochi già esistenti gestiti dallo stato, come lotto o superenalotto. Insomma le opzioni sono tante ma altrettanti rimangono i problemi, causati anche dall'attuale crisi economica mondiale che si riverbera pesantemente sul nostro paese. L'importante, a monte di ogni decisione di stanziamento di denaro, è non fare lo stesso errore commesso al tempo del terremoto in Molise nel 2002, quando il decreto d'emergeza non fu circoscritto solo alla zona del cratere, vale a dire ai paesi che hanno riportato danni, ma fu esteso a tutta la regione. In questo modo i capitali stanziati non si concentrarono sulle vere emergenze e si dispersero in mille rivoli. Addirittura ci furono paesi per nulla colpiti dal sisma nella quale, grazie alla connivenza di periti corrotti, molte persone ristrutturarono casa a spese dello stato e degli sfollati. Ma tra tutte queste difficoltà c'è una buona notizia, che per gli abruzzesi è da sempre di buon auspicio: domenica all'interno del programma delle rievocazioni della settimana santa a Sulmona, "la madonna che scappa" ha completato la sua corsa senza nessun inconveniente, regalando così qualche ora di gioia e speranza alla popolazione abruzzese.

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