giovedì 2 aprile 2009

Agli eroi e ai comuni mortali dell'antimafia

Nella copertina di oggi ho voluto, nel mio piccolo, rendere omaggio a due eroi del nostro paese: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, assassinati dall'infamia mafiosa e dalla codardia delle istituzioni. Eroi loro malgrado, questi due uomini hanno sempre e solo chiesto allo stato, ai loro colleghi e alla gente comune, di poter fare al meglio il loro lavoro di magistrati. Un lavoro che purtroppo in Italia diventa una missione e in alcuni casi una croce. Nella foto mancano le altre centinaia di persone che ogni giorno e con umiltà tentano di rendere migliore la qualità della vita anche a persone troppo spesso disattente o ignave. Il problema delle mafie nel nostro paese è un problema grosso. Nessuno può dirsi completamente al sicuro, per appartenenza territoriale o sociale, dai codardi che in ogni modo cercano di deturpare le normali regole della convivenza civile, sostituendo a queste il becero sistema della paura e del ricatto. Troppe volte abbiamo sentito: "io vivo al nord queste cose non mi interessano" oppure "queste cose succedono nei ghetti, non nel mio quartiere". Niente di più sbagliato. Perchè anche se il pizzo o le discariche abusive, che distruggono il nostro ambiente, non ci riguardano in prima persona, è dovere di ogni uomo libero preservare la libertà dei suoi simili. Un giorno le catene del malaffare potrebbero legare i nostri polsi e non può essere compito di pochi arditi illuminati provare a liberarci. C'è bisogno di legalità, di trasparenza e di quotidiana civiltà, oltre che di benessere economico, anche e soprattutto per non generare il brodo di coltura dentro alla quale il fenomeno mafioso si riproduce. Non abbandoniamo quei "poveri coglioni" che predicano nel deserto della coscienza civica di questo paese. Serriamo le fila e un giorno potremo guardare in faccia i nostri figli. Avremo fatto la cosa giusta.

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